Cassino, è stata la madre ad uccidere il piccolo Antonio Gabriel

    Un vero e proprio dramma familiare attorno alla morte del piccolo Antonio Gabriel Faroleto, il bambino morto a Piedimonte San Germano, vicino Cassino. Il piccolo non è rimasto ucciso perché investito, come si era inizialmente ipotizzato, ma è morto per mano della sua madre. La 28enne Donatella Di Bona, probabilmente vittima di un raptus in seguito ai pianti e ai capricci del figlio, si è trasformata in assassina, macchiandosi del sangue del suo sangue. Solo in seguito, la donna avrebbe cercato di sviare le indagini raccontando che il piccolo fosse rimasto investito da un pirata della strada: gli investigatori, però, hanno appurato che la mamma del piccolo centro vicino Cassino avrebbe strangolato il piccolo Antonio Gabriel, fino a soffocarlo.

    Cassino, è stata la madre a uccidere il piccolo: lo ha strangolato perché piangeva

    Soltanto dopo un lungo interrogatorio i carabinieri del comando provinciale di Frosinone sono riusciti, insieme al sostituto procuratore Valentina Maisto, ad appurare la verità sulla morte del piccolo Antonio Gabriel Faroleto. La giovane madre di 28 anni, Donatella Di Bona, con ogni probabilità ha inferto la morte al suo bambino stringendogli forte il collo e tappandogli la bocca, probabilmente esasperata dai suoi pianti e lamenti. La donna è attualmente sottoposta a fermo, accusata di omicidio volontario: dietro la vicenda una storia di attacchi di panico continui e una vita, per la madre, in condizioni di grande difficoltà.
    I fatti hanno inizio nel pomeriggio di ieri, a Volla, nella zona rurale di Piedimonte San Germano: la richiesta di intervento del personale del 118, con i tentativi di salvare il piccolo Antonio Gabriel, di due anni, senza risultati. La versione della mamma non aveva convinto gli investigatori: un’auto pirata che avrebbe investito il piccolo, per poi darsi alla fuga, della quale non vi era però traccia, così come sul bambino non vi erano segnali che lasciassero intendere un incidente di questo tipo. I carabinieri si sono però soffermati proprio sulla madre, che a sua volta aveva dei piccoli segni sul viso e sul collo, apparentemente inspiegabili. Un lungo interrogatorio, delle perquisizioni e la visita del presunto luogo dell’investimento insieme alla madre: poi la svolta, quando la donna ha detto di esser stata lei, in realtà, ad investire il figlio. Da lì in poi, una escalation che ha portato a rivelare la verità tremenda legata all’omicidio del piccolo.