’CON SOGLIE DI ACCESSO PARI A 6MILA EURO E 3MILA EURO DI SOGLIA ISEE’, IL CDM HA APPROVATO IL DECRETO SUL REDDITO DI INCLUSIONE: 2 MLD CONTRO LA POVERTÀ

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    Finalmente il governo ha iniziato a ’muoversi’ per tamponare la preoccupante minaccia che ogni giorno fagocita sempre più famiglie italiane: l’indigenza. Ed oggi nel Cdm è stato approvato il decreto sul reddito di inclusione. Come ha tenuto ad illustrare alla stampa il minisro Poletti, “verranno stanziati 2 miliardi l’anno nei prossimi anni. Il beneficio economico – ha sottolineato il ministro del Lavoro – va da 190 euro a 485 euro, si parte da un componente poi si sale: le soglie di accesso sono pari a 6mila euro e 3mila euro di soglia Isee”. Per quel che riguarda le risorse dipsonibili in merito, Poletti ha spiegato che sul tavolo al momento si contano 1,7 mld, che saranno poi – una volta ’a regime’ – incrementati a 2 mld l’anno: “con il riordino delle misure in campo e destinando una quota del Pon inclusione per il potenziamento dei servizi per la messa in carico”. Prevista dalla Delega per la lotta alla povertà, questa misura “è uno strumento di carattere generale, universale, che fa riferimento a tutte le città e tutti i soggetti. Visti i soldi a disposizione verranno privilegiati i nuclei con figli minorenni, con disabili, donne in gravidanza o over55 disoccupati”, ha precisato Poletti, spiegando che si partirà con “660mila famiglie, di cui 560mila con figli minori, quindi siamo in condizione di raggiungere già quasi tutto il target a cui puntiamo”. Un chiaro segnale da parte del governo, di “lavorare con continuità nella logica del sostegno all’inclusione avviata dal governo precedente con le sperimentazioni del Sia. Stiamo lavorando in una logica molto forte di integrazione degli strumenti che agiscono per inclusione”, ha quindi osservato il ministro del Lavoro, ribadendo l’importanza del “lavoro fatto con l’Alleanza contro la povertà”, perseguendo così i due punti cruciali del decreto come “il sostegno al reddito, e la presa in carico per l’inclusione”. Strmenti questi ultimi, afferma Poletti, rivolti direttamente sia ai cittadini. che “al potenziamento dei servizi e politiche attive”, circa il 15% delle risorse. Strumenti “come questi hanno bisogno di una verifica permanente” per verificarne l’efficacia.
    M.