CONFINDUSTRIA ALZA LE STIME DI CRESCITA DELL’ECONOMIA, MA LA FUGA DEI CERVELLI CI COSTA 14MLD ALL’ANNO

    Il Centro Studi di Confindustria lancia l’allarme attraverso un rapporto incentrato sull’emergenza lavoro degli under 30, e sull’impatto che comporta sull’economia del Paese. La cosiddetta ’fuga dei cervelli’ all’estero si traduce per il Paese a una perdita di capitale umano per circa 14 miliardi di euro all’anno, parliamo di 1 punto percentuale di Pil, che “abbassa così il potenziale di sviluppo. La bassa occupazione giovanile è il vero tallone d’Achille del sistema economico e sociale italiano. L’Italia ha tassi di occupazione molto ridotti soprattutto tra gli under 30. nel 2016 un sesto dei 15-24enni era occupato (16,6%) contro il 45,7% della Germania e il 31,2% dell’Eurozona. Tra i 25 ed i 29enni il tasso di occupazione italiano sale al 53,7% ma il divario con gli altri paesi si amplia da 14,6 punti percentuali a 17. La posizione dell’Italia comincia a migliorare nella fascia di età immediatamente successiva (30-34) con un tasso di occupazione al 66,3%, 10 punti sotto la media Eurozona”. Tuttavia, rispetto alle stime dello scorso giugno, il Cs di Confindustria rivede a rialzo le stime di crescita dell’economia italiana, anche in virtù di una ripresa globale del paese, che porterà ad un aumento dell’1,5% (rispetto al 1,3% stimato precedentemente), per arrivare a un +1,3% nel 2018 (prima si prevedeva l’1,1%). Dunque il Pil, a fine 2018, “recupererà il terreno perduto con la seconda recessione, quella del 2011-2013 ma sarà ancora del 4,7% inferiore al massimo toccato nel 2008. I principali driver di crescita, sono l’export, che coglie appieno la ripresa mondiale, e gli investimenti, sostenuti dai provvedimenti del governo a favore dell’acquisto di beni strumentali, da migliori aspettative della domanda, saturazione degli impianti e buone condizioni finanziarie”. Ovviamente, precisano gli economisti di viale dell’Astronomia, si parla di dati comunque da considerare al netto degli effetti della prossima Legge di bilancio, spiegano. “attesa a migliorare i saldi dello 0,5%”, degli incentivi e degli investimenti, della loro durata e delle risorse ulteriori che il governo metterà in campo da cui soprattutto, dipenderà l’esito del 2018″. In tutto questo la nota positiva è rappresentata dal recupero dell’occupazione italiana: “Nell’estate del 2017 gli occupati sono tornati sopra ai 23 milioni, sui livelli di inizio 2008”, e per la fine del 2018 le previsioni parlano di un ulteriore aumento di 160mila posti di lavoro in più, spiega Luca Paolazzi, capo economista di Confindustria, “portando ad oltre 1milione 100 mila i posti di lavoro che saranno creati al termine del biennio”. In definitiva, la ripresa passa quindi anche da “una considerevole creazione di posti di lavoro, perché il mercato del lavoro non è la Cenerentola del recupero in atto”.
    M.