Copyright europeo, ok definitivo alla svolta

    E’ arrivato l’assenso definitivo alla riforma del Copyright europeo: il Consiglio Ue ha detto dunque di sì alla direttiva che va a modificare le norme e i principi sul Diritto d’autore. Al voto hanno deciso di astenersi Belgio, Estonia e Slovenia: come era stato in parte messo in preventivo, invece, l’Italia ha deciso di votare contro. La direttiva sul Copyright però è passata ed è ufficiale. Era stata approvata alla fine di marzo dal Parlamento europeo e, questo ulteriore passaggio certifica il vento del cambiamento contro cui molti paesi tuttavia hanno deciso di schierarsi contro.

    Copyright europeo, ok definitivo alla svolta. L’Italia vota contro, e non è la sola

    D’altronde la posizione dell’Italia, il cui no era stato anticipato da dichiarazioni e prese di posizione, non è la sola. A dire no al Copyright oltre all’Italia c’è uno stuolo di Stati a votare contro: Svezia, Finlandia, Polonia, Olanda e Lussemburgo. Si sono invece astenute Slovenia, Estonia e Belgio. Alcune delle importanti novità della riforma del copyright riguardano il passaggio tramite il quale è possibile ma non vincolante che gli editori di stampa negozino accordi con i terzi soggetti per farsi indennizzare l’uso dei propri contenuti. Gli introiti dovrebbero poi essere condivisi con i giornalisti. Si riconosce, inoltre, il diritto a ridurre il divario tra i ricavi che le grandi piattaforme commerciali ottengono grazie a materia sotto copyright e il guadagno corrispettivo per musicisti, artisti o detentori dei diritti. Gli utenti non rischiano sanzioni per aver caricato online materiale protetto da Copyright non autorizzato, ma i colossi tipo Youtube o Facebook sì. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha detto: “Con l’accordo di oggi, abbiamo adeguato all’età digitale le norme sul Copyright. L’Europa avrà ora norme chiare che assicurano un’equa retribuzione per i creatori, diritti solidi per gli utenti e responsabilità per le piattaforme. Quando si tratta di completare il mercato unico digitale in Europa, la riforma sul Copyright è il pezzo mancante del puzzle”.