Dl sicurezza, Enrico Rossi a capo dei contrari

    Dopo i Comuni, le Regioni, lo schieramento dei governatori – nella fattispecie quelli di centrosinistra – è unito nella non attuazione del dl sicurezza. E ora il governatore della Toscana, Enrico Rossi, mette nero su bianco il no al dl sicurezza. “È pronto il nostro ricorso alla Corte costituzionale”. Mentre si mobilita anche la Calabria, con Mario Oliverio, le regioni sono interessate dal dl sicurezza per il tema della sanità. Chi possiede solo il permesso di soggiorno, sprovvisto di carta d’identità e residenza, incorre nel pericolo di perdere ogni garanzia sulla propria salute. Rossi commenta: “Contro il decreto sicurezza del governo la Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale, con una delibera che sarà approvata nella seduta di giunta di lunedì prossimo”. In merito alla mobilitazione dei sindaci, afferma: “Fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l’insicurezza”. Matteo Salvini controbbatte sull’onda dello slogan ’prima gli italiani’, sostenendo: “Ci sono 119mila toscani (pari a 53mila famiglie) in condizioni di povertà assoluta, si contano quasi 22mila domande per ottenere una casa popolare in tutta la Regione, si registra una sanità criticata da medici e utenti per le liste d’attesa, i tagli e i turni di lavoro massacranti. Eppure il governatore Rossi straparla del Decreto sicurezza che dà più legalità, risorse e strumenti agli amministratori locali. Lui pensa ai clandestini, noi agli italiani”. Ma, qualche ora più tardi, il governatore calabrese esce allo scoperto, dichiarano la sua contrarietà. Su Twitter: “È una legge da stoppare.  Promuoveremo, insieme ad altre Regioni, tutte le azioni utili contro una legge che viola diversi trattati internazionali sui diritti umani e i principi fondanti la nostra Costituzione. Siamo pronti a rivolgerci alla Corte Costituzionale”, twitta Mario Oliverio.