Dl sicurezza, Matteo Salvini esulta

    Matteo Salvini segna un altro punto a favore. Con l’approvazione del decreto sicurezza, molta gente si chiede se sia Matteo Salvini il vero premier. La nuova normativa appena passata al senato prevede molte delle lotte che Matteo Salvini ha portato avanti sin dalla campagna elettorale. Oltre alla sicurezza, alcune delle norme riguarderanno l’immigrazione: Infatti viene abolito il permesso di soggiorno per motivi umanitari (articolo 1), che aveva validità per due anni e garantiva la possibilità di lavorare, oltre che accedere al servizio sanitario nazionale, all’assistenza sociale e all’edilizia residenziale. In sostituzione vengono introdotti permessi per “protezione speciale” (un anno), “per calamità naturale nel Paese di origine” (sei mesi), “per condizioni di salute gravi” (un anno), “per atti di particolare valore civile” e “per casi speciali” (vittime di violenza grave o sfruttamento lavorativo). Il nuovo provvedimento riguarderà anche i Centri di permanenza, dove gli immigranti destinati al rimpatrio verranno trattenuti (articolo 2) dagli attuali 90 a 180 giorni, periodo ritenuto idoneo per l’accertamento dell’identità e della nazionalità del profugo. L’articolo 6 invece destina al Fondo rimpatri del Viminale i costi predisposti dalla legge di bilancio per progetti di rimpatrio volontario assistito: 500 mila euro per quest’anno, un milione e mezzo per il prossimo, un milione e mezzo per il 2020. Il no per protezione internazionale entra in vigore in situazione di condanna definitiva (articolo 7) anche per i reati di violenza sessuale, spaccio di droga, rapina ed estorsione. Tra i reati di “particolare allarme sociale” vi sono la mutilazione dei genitali femminili, la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni personali gravi, le lesioni gravi a pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico, il furto aggravato dal porto di armi o narcotici. Nel decreto vi è l’adozione, attuata dal Viminale stesso, di un elenco dei Paesi di origine sicuri, con l’intento di velocizzare tutta la burocrazia riguardante le domande di protezione internazionale dei profughi che giungono da uno di questi Paesi. L’articolo 8 dispone l’abolizione della protezione umanitaria ai rifugiati che rientrano senza “gravi e comprovati motivi” nel paese di provenienza, una volta fatta domanda di asilo.