Home SPETTACOLI TV Due anni fa moriva Paolo Villaggio, omaggi al grande Fantozzi

Due anni fa moriva Paolo Villaggio, omaggi al grande Fantozzi

Sono passati due anni da quando Paolo Villaggio si è spento. Era il 3 Luglio del 2017, un triste giorno d’inizio Luglio quando moriva uno dei protagonisti più amati del cinema (e non solo) italiano. A 2 anni dalla scomparsa, un pò ovunque, celebrazioni, omaggi, ricordi a amarcord.

3 Luglio 2017 – 3 Luglio 2019: due anni dalla morte di Paolo Villaggio alias Fantozzi.

Il tre Luglio di due anni fa si spegneva dunque Paolo Villaggio. Fantastico attore, scrittore, comico e sceneggiatore italiano, celeberrimo per aver creato il personaggio di Fantozzi che ha segnato intere generazioni.

Sono molti i network come Sky, ma non solo, e i colleghi peraltro, che omaggeranno in queste ore il grande Paolo Villaggio.
Dopo una carriera brillantissima, sempre in ascesa, sempre caratterizzata da uno stile inconfondibile e perfetto nel fotografare la realtà contemporanea, Paolo Villaggio terminava i suoi giorni Il 3 luglio 2017.

Poliedrico attore, comico e umorista dalla spiccata vena sentimentale, Paolo Villaggio, è diventato un cult e una sorta di ‘sostantivo’ con il popolare personaggio del ragionier Ugo Fantozzi, a cui si sono aggiunti poi tanti altri personaggi e prestazioni in pellicola.

Da Giandomenico Fracchia, ai film d’autore come La voce della luna di Fellini (ottenne il David di Donatello nel 1990), e Il segreto del bosco vecchio di Olmi (Nastro d’Argento 1994) Paolo Villaggio continua a vivere nell’immaginario collettivo attraverso le sue incredibili prestazioni indimenticabili.

Una carriera florida, quella di Paolo Villaggio e non certo soltanto costeggiata delle performance del ragionier Ugo Fantozzi e che viene testimoniata dalla lunga carrellata di onorificenze e premi da lui ottenuti. Si inizia, molto presto, nel 72, con la Grolla d’oro per il migliore attore esordiente per Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto, di Vittorio Gassman. Come detto nel 1990 arriva David di Donatello per il miglior attore protagonista per La voce della Luna, di Federico Fellini seguito, due anni dopo nel 1992 dal Leone d’Oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia.

Un biennio appena e nel 1994 arriva il Nastro d’argento come migliore attore protagonista per Il segreto del bosco vecchio, di Ermanno Olmi. Poi, negli anni duemila, una sfila di premi e riconoscimenti.

Nel 2000 ecco il Pardo d’onore alla carriera al Festival internazionale del film di Locarno, nel 2001 Camerio per il Migliore Attore al Festival Internazionale del Film di Rimouski per Azzurro, di Denis Rabaglia e due anni dopo, e nel 2006 ancora, il Premio Massimo Troisi alla carriera. Tre le premiazioni nel 2008 al Taormina Arte Award, per il Premio Faraglioni e ancora un altro Premio alla carriera al Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, senza dimenticare il Premio Flaiano per la satira.

Nel 2009 oltre al Premio Mastronardi alla carriera, arriva un’altra gemma: David di Donatello alla carriera. Il resto è storia recentissima. Nel 2012 gli viene riconosciuto il Legend Award conferito da Capri Hollywood. Tra i premi letterari si ricordano, ancora, nel 2012 il Premio letterario Piero Chiara alla carriera e il Premio Gogol.

Quanto alla carriera, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si inizia nel 1969 con Eat It, per la regia di Francesco Casaretti e sempre nello stesso anno arriva Il terribile ispettore, di Mario Amendola e, ancora, I quattro del pater noster regia di Ruggero Deodato) e infine Pensando a te, di Aldo Grimaldi.

Passa poi un anno e arriva la prima pietra pesante: Brancaleone alle crociate, regia di Mario Monicelli a cui fanno seguito due pellicole nel 1972, la prima a firma Vittorio Gassman (Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto), la seconda, invece, è Beati i ricchi, di Salvatore Samperi (1972).
C’è spazio, nello stesso anno per il lavoro con Sergio Corbucci: Che c’entriamo noi con la rivoluzione?

Sta per arrivare, per Paolo Villaggio, la stagione clou: nel 73 c’è La torta in cielo, regia di Lino Del Fra mentre l’anno dopo arriva il lavoro con Nanni Loy: Sistemo l’America e torno, seguito da Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno, diretto da Luciano Salce e ancora “Non toccare la donna bianca” di Marco Ferreri.

Continuano le collaborazioni rilevanti, con Pupi Avati, nel 1975 (La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone) a cui, nello stesso anno, segue il battesimo del celeberrimo ragioner Ugo Fantozzi: appunto, Fantozzi, per la regia di Luciano Salce.

Se nello stesso anno lavora anche in “Di che segno sei?” diretto da Sergio Corbucci e l’anno dopo che segue il boom con Il secondo tragico Fantozzi, ancora sotto la direzione di Luciano Salce.

E’ un anno florido il 76: arriva Signore e signori, buonanotte (Luigi Comencini, Luigi Magni, Nanni Loy, Ettore Scola, Mario Monicelli) e il signor Robinson, mostruosa storia d’amore e d’avventure (Sergio Corbucci). E ancora: Quelle strane occasioni – episodio Italian Superman, di Nanni Loy.

Nel solco di un genere che non sconfesserà mai, nel 1977 arriva Tre tigri contro tre tigri, di Sergio Corbucci e Steno e Il… Belpaese, di Luciano Salce.
Da lì in poi è apoteosi: Quando c’era lui… caro lei!, Io tigro, tu tigri, egli tigra,
Professor Kranz tedesco di Germania, Dove vai in vacanza? (ancora di Luciano Salce), senza dimenticare Dottor Jekyll e gentile signora (Steno, 1979) e, sempre con Salce al timone “Rag. Arturo De Fanti, bancario precario” dell’1980.

Quello è l’anno anche de La locandiera, regia di Paolo Cavara e soprattutto di Fantozzi contro tutti, con la sua prima regia accanto a Neri Parenti. Con il quale, l’anno dopo, girerà Fracchia la belva umana, e l’anno successivo ancora Sogni mostruosamente proibiti.
Sempre con Neri Parenti, nel ’83 (anno anche di Bonnie e Clyde all’italiana, regia di Steno) gira Pappa e ciccia, per poi ripetere i successi clamorosi fantozziani con Fantozzi subisce ancora, sempre nel floridissimo 1983.

Anni d’oro, gli ottanta: A tu per tu, I pompieri, regia di Neri Parenti, Fracchia contro Dracula (Neri Parenti, 1985) e Scuola di ladri (Neri Parenti (1986) seguiti da Grandi magazzini, Superfantozzi, Rimini Rimini, Missione eroica – I pompieri 2, Scuola di ladri – Parte seconda, Roba da ricchi, Com’è dura l’avventura, Il volpone, regia di Maurizio Ponzi e, soprattutto, Fantozzi va in pensione, regia di Neri Parenti (1988).

A chiudere la decade arriva Ho vinto la lotteria di capodanno, regia di Neri Parenti mentre i ’90 si aprono con La voce della Luna, regia di Federico Fellini. Segue, lo stesso anno, il doppio lavoro con Neri Parenti: Le comiche e Fantozzi alla riscossa.

Dopo il sequel Le comiche 2, arriva la performance di Io speriamo che me la cavo, regia di Lina Wertmüller (1992), Il segreto del bosco vecchio, di Ermanno Olmi (1993) e ancora Fantozzi in paradiso, con Neri Parenti (1993) e via discorrendo con, ancora, Cari fottutissimi amici, Le nuove comiche, Camerieri, regia di Leone Pompucci.

Inarrestabile, prosegue con Io no spik inglish, di Carlo Vanzina (1995), Palla di neve, di Maurizio Nichetti (1995) e ancora Fantozzi – Il ritorno, di Neri Parenti (1996) e Banzai, di Carlo Vanzina (1997).

Gli ultimi anni lo vedono sul set di Un bugiardo in paradiso, Fantozzi 2000 – La clonazione (1999) Denti, di Gabriele Salvatores (2000), Heidi, Azzurro, InvaXön, Gas,
Hermano, regia di Giovanni Robbiano (2007), Torno a vivere da solo di Jerry Calà (2008) e ancora, Questione di cuore (Francesca Archibugi, 2009), Generazione 1000 euro, di Massimo Venier (2009), Tutto tutto niente niente, W gli sposi, regia di Valerio Zanoli (2017) e la voce di Fantozzi.