“Fat is not a feeling” – di Martina Ferma

    A tutti coloro che hanno un account sui social network è sempre stata data una certa attenzione per far sì che abbiano tutti gli strumenti necessari per descrivere stati della propria vita reale e quindi creare un’immagine di sè. Facebook, da questo punto di vista, è stato costretto a fare un passo indietro: già da qualche tempo, su questo social è possibile descrivere i propri stati d’animo attraverso emoticon appropriate e l’opzione “Mi sento”. Tra le varie scelte, è stata inserita “mi sento grasso”. Al di là dell’ironia che si potrebbe fare scrivendo uno stato dopo il cenone della vigilia di Natale, questa opzione ha attirato l’attenzione degli attivisti di Change.org. Infatti hanno lanciato in otto paesi (Italia esclusa) la campagna internazionale “Fat is not a feeling” raccogliendo circa sedicimila firme, in difesa di tutte quelle persone che hanno avuto disordini alimentari o qualche difficoltà ad accettare il proprio corpo: essere grassi non è uno stato d’animo, e Facebook non può propirnarlo ai suoi utenti come un sentimento, perchè alcuni potrebbero arrivare a vergognarsi del proprio corpo.

    Le firme sono bastate a convincere il social a levare l’opzione, ma resta difficile pensare che voglia porre qualche limite ai suoi utenti. Ne è l’esempio il fatto che ha da poco aperto la possibilità agli utenti di essere liberi di scrivere ciò he vogliono senza avere degli status predefiniti in cui doversi identificare.