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Green pass al lavoro: nelle farmacie è già corsa al tampone. Dalla Liguria alla Puglia prenotazioni fino a dicembre

La scadenza è nota da settimane: il 15 ottobre il Green Pass diventa obbligatorio anche nei luoghi di lavoro, uffici pubblici e privati. E’ l’ultimo atto nella strategia sempre più stringente con cui il Governo intende spingere gli italiani a vaccinarsi e tante polemiche sta sollevando da giorni, anche alla luce dei disordini e delle tensioni verificatesi a margine delle manifestazioni di piazza di chi è contrario il provvedimento. In attesa di capire se la misura entrerà in vigore senza disservizi negli uffici pubblici e nelle aziende, cui spetta l’onere di verificare la regolarità dei dipendenti e dei collaboratori, il nuovo provvedimento sta già provocando i primi “effetti collaterali”: farmacie sommerse dalle prenotazioni per eseguire i tamponi rapidi.

Arrivano i primi pacchetti sconti
Cifre ufficiali e certificate non ce ne sono ma a 48 ore dall’entrata in vigore del provvedimento, fonti di stampa parlano già di “caos tamponi” nelle farmacie di tutta Italia. E’ il caso della Liguria dove, secondo Federfarma (la principale realtà associativa che rappresenta gli interessi dei farmacisti titolari di attività), moltissimi cittadini hanno prenotato le sedute per i temponi da oggi fino a dicembre: l’obiettivo è evitare lunghe code o di essere addirittura respinti, nei giorni di massima ressa, e c’è anche chi spera così di poter risparmiare qualcosa sulla spesa prevista. Qualche farmacia, del resto, ha lanciato qualche timida offerta, con un pacchetto sconti per chi assicura fedeltà nella pratica dei tamponi. Ma non sono soltanto le località liguri a registrare liste d’attesa chilometriche: anche a Bologna le agende delle farmacie sono già piene di appuntamenti fino a dicembre e a Napoli si è vista un’impennata di richieste per sottoporsi a tamponi in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass sui luoghi di lavoro. In molti casi sono stati allargati gli orari di apertura, potenziando i turni del personale soprattutto nelle fasce orarie mattutine e serali per venire incontro alle esigenze di chi ha bisogno del green pass per lavoro o per studio.

Il farmacista: “Dopo il virus, c’è ansia anche per il green pass”
Prenotazioni in crescita e primi timori: a Milano, in una farmacia del centro, stamane un cliente ha dato in escandescenze quando l’addetto oltre al bancone gli ha comunicato di non poter accogliere la sua richiesta. Il titolare sorride ma non troppo: “Non è successo nulla di grave – spiega il farmacista che chiede di mantenere l’anonimato – perché alla fine l’avventore è uscito scusandosi ma l’episodio conferma lo stato di ansia che molte persone stanno vivendo: il cliente poteva pensarci prima, certo, ma quando ha saputo che non avevamo posto ha iniziato ad agitarsi perché aveva il timore di ripercussioni sul luogo di lavoro. Ormai anche il governo ammette che il Green Pass non ha una valenza salvifica e serve solo a spingere le persone a vaccinarsi ma probabilmente questa applicazione così rigida è stato un eccesso che si poteva evitare: complice i toni ansiogeni dell’informazione anche la vaccinazione o il possesso del lasciapassare sta diventando un fattore ansiogeno”. Eccessi a parte, i camici bianchi sono pronti a fronteggiare un sensibile aumento di richieste: “La domanda è sicuramente aumentata – rileva il presidente di Federfarma, Marco Cossolo -, le farmacie si stanno organizzando per far fronte alle richieste: le nostre attività si sono rese disponibili ad effettuare i tamponi fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19, anche prima della norma che ne stabilisse un prezzo calmierato e al protocollo di intesa hanno aderito 7.500 farmacie su 9.000 e in questi giorni sono prevedibili ulteriori adesioni”.

I costi: la politica renderà i tamponi gratis?
Già, i costi: il prezzo calmierato a 15 euro è già un risultato per scongiurare speculazioni ma per una famiglia media non vaccinata che abbia bisogno di tamponi frequenti per assecondare le esigenze di tutti, il budget può diventare consistente se entrambi i genitori vanno al lavoro (quindi almeno due tamponi alla settimana) e anche i figli hanno una vita sociale. Marina è in fila davanti ad una farmacia del centro di Napoli e ha già fatto i conti: “Io ho previsto che dovrò spendere almeno 450 euro da qui a fine dicembre – ammette – e di questi tempi non è poco. Speriamo che i politici riescano ad abbassare le tariffe…”. O addirittura a rendere i test gratuiti: la proposta lanciata con forza nelle scorse ore da Grillo per ora non sta riscuotendo grandi consensi tra i partiti ma il caso dei portuali di Trieste, che per venerdì minacciano una giornata di mobilitazione con sciopero ad oltranza, potrebbe riservare una svolta. Involontaria, probabilmente, ma sostanziale: l’apertura del Viminale all’ipotesi di concedere tamponi gratuiti per questa categoria di lavoratori pur di scongiurare la paralisi dell’attività portuale ha inevitabilmente generato proteste. Anche politiche: “La disponibilità delle aziende che operano nel porto di Trieste – ha commentato nelle scorse ore il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanina – a pagare i tamponi per i lavoratori che ancora non dispongono del Green Pass, pur condivisibile nell’ottica di risolvere un problema contingente, rischia però di creare due pesi e due misure tra i diversi settori economici, e questo sarebbe un grave errore”.