La pallamano unisce le due Coree

    La pallamano forse è uno sport non tanto praticato e conosciuto, come in Italia dove ha più appeal il suo complementare, il calcio. Infatti a molti risulta strano vedere le stesse regole calcistiche applicate ad una disciplina, la pallamano, dove si fa gol con le mani. Ma, come commentava Nelson Mandela, uno sport è efficace quanto bello se ha la forza di unire i popoli, e la pallamano non è esente da questo monito. Al prossimo campionato del mondo di tale disciplina, che avrà luogo in Germania e in Danimarca dal 9 al 27 gennaio, la Corea si presenterà come un unico team. Pur essendo in guerra da quasi settant’anni, le due nazioni hanno avviato di recente un percorso di rappacificazione che ha visto un’unità di intenti anche per raggiungere un altro scopo: concorre insieme per l’assegnazione dei Giochi olimpici estivi del 2032. Il primo tassello di riavvicinamento tra le parti è stato posto nella creazione di un unica squadra al prossimo torneo mondiale maschile di pallamano. Dopo aver manifestato la felicità per la decisione dei governi di Seúl e Pyongyang, il Comitato Olimpico ha concesso in via eccezionale alla nazionale coreana di portare 20 giocatori in rosa, e non 16 come le altre Nazionali presenti al torneo. Se la Corea del Nord non ha mai presenziato ad alcun campionato del mondo, quella del Sud, invece, rappresenta un simbolo per il movimento della Pallamano dell’Asia: contenderà il Mondiale anche per merito del bronzo ottenuto nell’ultimo campionato continentale, aggiungendo inoltre il secondo piazzamento alle Olimpiadi tenutesi “in casa” a Seul 1988. Il fatto nuovo è che i giocatori derivanti dalle due nazioni hanno fatto conoscenza solamente giunte a Berlino, sede del ritiro, dove si sono recati separatamente con due voli diversi. Stando alle dichiarazioni della Federazione Coreana nel suo web site, la convivenza tra i vari componenti sta procedendo in tranquillità e sta creando riscontri positivi negli allenamenti.