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“Le acciaierie di Azovstal, propaganda e simbolo per Russia e Ucraina”, afferma il Generale Battisti, del Comitato Atlantico Italiano

Da settimane ormai continua a trascinarsi la vicenda delle acciaierie Azovstal, importante plesso siderurgico della città di Mariupol dove, come è noto, nel corso della loro avanzata, i russi hanno costretto a trovarvi rifugio sia diverse unità del Battaglione Azov, che centinaia di civili.

Ne è così derivato un lungo ‘assedio’, con gli ucraini che da una parte denunciano continui ed incessanti bombardamenti contro il sito (teoricamente ora dovrebbe essere stato ‘cancellato’) e, dall’altra, i russi che, previo precise ‘garanzie’, continuano a ripetere di aver dato modo ai civili di evacuare ed ai soldati di arrendersi.   

In effetti, sempre nei giorni scorsi, le stesse autorità ucraine hanno ammesso che alcuni rifugiati sono stati evacuati dai sotterranei delle acciaierie e, ancora ieri, il Cremlino ha assicurato di aver concesso 3 giorni di tregua – fino a sabato – per dar modo ai civili rimasti di poter uscire.

Sempre ieri poi il ‘colpo di scena’: i soldati ucraini asserragliati nel seminterrato di Azovstal hanno denunciato la presenza di 30 bambini: ma come è possibile?.

Insomma, per farla breve, la sensazione è che intorno ad un luogo ormai divenuto ‘simbolo’ del conflitto, si stiano scontrando non soltanto due opposti eserciti, ma anche due formidabili forze di ‘propaganda’. Altrimenti non si spiegherebbero queste continue notizie contraddittorie che continuano a tenere incollati gli occhi del mondo su questo fatiscente cumulo di macerie.

Il Gen. Battisti: “Rispetto alla vicenda dell’accieieria Azvostal, un primo aspetto da considerare è la propaganda comune a russi ed ucraini” Non troppo ‘malizioso’ il nostro ma, poco più di un sospetto, visto che oggi sulla vicenda dell’acciaieria è intervenuto anche un eminente esperto come il generale Giorgio Battisti, del Comitato Atlantico Italiano il quale, in parte rende plausibili le nostre perplessità: ”Ci sono diversi aspetti a mio avviso che caratterizzano la resistenza all’acciaieria Azvostal e che coinvolgono entrambe le parti, russa e ucraina. Un primo aspetto da considerare è la propaganda: i russi che potranno poi dire di aver distrutto questa guarnigione che è composta sostanzialmente da uomini del reggimento Azov che loro considerano neonazisti, ed è noto che uno dei motivi di quella campagna è proprio la denazificazione dell’Ucraina. Dall’altra parte c’è la propaganda ucraina per dimostrare che pochi uomini, pur in condizioni monto difficili, senza munizioni sotto il fuoco tambureggiante dei russi, resistono perché difendono un pezzo del territorio ucraino“.

Il Gen. Battisti: “Un altro aspetto importante è che Azvostal è diventata un simbolo sia per la resistenza ucraina, che per la parata russa”

Inoltre, aggiunge il Generale italiano, ”Un altro aspetto importante è che Azvostal è diventata un simbolo: per gli ucraini un simbolo della resistenza, della volontà dell’Ucraina di resistere agli invasori; per i russi un simbolo perché considerano tutto il Donbass e quella striscia di litorale propria, per cui conquistare quell’acciaieria significherebbe dimostrare che possono farcela contro gli ucraini. Questo anche in previsione della parata del 9 maggio a Mosca e in altre città russe, per celebrare la vittoria proprio sui nazisti al termine della Seconda guerra mondiale”.

Il Gen. Battisti: “Grazie ad Azvostal gli ucraini tengono ferme molte unità russe, utili a Mosca per la conquista del Donbass”

Ed ancora, aggiunge Battisti, ”Ci sono le esigenze militari, per gli ucraini questa resistenza di poche migliaia di uomini, blocca un discreto numero di forze russe che sono costrette a mantenere circondata l’area dell’acciaieria e quindi non possono partecipare ad altre offensive, da parte russa eliminare completamente l’ultima sacca di resistenza significherebbe poter impiegare queste forze, c’è chi stima di 10mila uomini, verso il Donbass e in altre zone dove i russi stanno conducendo l’offensiva sebbene molto lentamente”.

Il Gen. Battisti: “I russi combatterebbero per non fare prigionieri, ed annullare definitivamente gli uomini dell’Azov”

Infine, conclude l’esperto militare, ”Un ultimo aspetto, ma non meno importante, è probabile che gli uomini del battaglione Azov possano temere che i russi abbiano l’intenzione di non fare prigionieri combattere fino alla fine per eliminare fisicamente tutto il reggimento…”.

Max