Lo scrittore di Gomorra ad Amici – di Chiara Cristofari

    Roberto Saviano,sarà ospite da sabato prossimo di Amici su canale 5, il programma condotto da Maria de Filippi.

    Lo scrittore si è rivolto ai ragazzi della scuola più famosa della tv e al pubblico con queste prime parole: “Non canto non ballo, io vengo da un altro percorso. Eppure in realtà sono convito che questo è il posto giusto. Cerco sempre di parlare a ragazzi, mi nutro dell’incontro con loro, vado nelle scuole, nelle università e questa in qualche modo è una scuola particolare e quindi sono contento e lo ritengo un privilegio potervi parlare.Siete in un momento cruciale e la mia generazione come anche la vostra spesso si trova di fronte la possibilità unica di realizzarsi andando via.

    La maggior parte dei miei amici sono andati via, io sono nato a Napoli e sono andato via. Mi torna alla mente un racconto dello scrittore marocchino Thar Ben Jelloun dove c’è un dialogo tra una ragazzina di 14 anni che alla domanda ’cosa vuoi fare da grande?’ risponde: partire. Ma partire non è un mestiere! E’ una risposta a qualcosa che non funziona.

    Il viaggio verso un futuro migliore viene visto ormai con una certa indifferenza. Coloro che partono dalla loro terra, i barconi, Lampedusa, il numero dei morti spesso elevatissimo: tutto passa così, come un elemento ordinario”.

    L’obiettivo di Saviano è quello di portare i ragazzi a riflettere, di andare oltre Facebook e i tg, di farli soffermare sulle cose.

    Per farlo ha mostrato delle foto. La prima è stata la foto che ritrae la bambina del campo profughi siriano, che ha fatto il giro del web in pochissimo tempo, che davanti alla macchina fotografica alza le mani in segno di difesa, pensando si tratti di un fucile.

    “L’informazione è come un lago ghiacciato, ci puoi pattinare sopra, scivolandoci, stando in piedi, puoi appagarti di un titolo, puoi appagarti di un’opinione oppure puoi rompere quel ghiaccio tuffarti andare in fondo e farti un’opinione tua, prendere diverse fonti, avere un’idea, cambiarla” così conclude lo scrittore di Gomorra.