I social andrebbero utilizzati con moderazione e con la dovuta attenzione: parola del Presidente della Repubblica Mattarella, che si è rivolto in questi termini ai magistrati durante un discorso in concomitanza dellinaugurazione della Scuola superiore della magistratura. E necessario disporre “con prudenza e discrezione” dei social media perché tali mezzi possono “vulnerare il riserbo che deve contraddistinguere lazione dei magistrati”, ha osservato linquilino del Quirinale: un ammonimento ad adoperare con moderazione i social network in quanto, secondo Mattarella, un passaggio a vuoto nasconde sempre lalto rischio di “offuscare il prestigio e la terzietà”.
Mattarella dai magistrati: il contenuto del discorso
Da parte di Mattarella arriva dunque lesortazione ad andarci piano con i social network, quando si tratta di magistrati. Mentre affrontava il tema delletica professionale, il presidente ha aperto il dibattito su Facebook e Twitter, ricordando che largomento è da trattare con attenzione “alla luce delle nuove e delicate questioni” legate alluso di tali strumenti. Infatti cè confusione per quanto riguarda la possibilità per i magistrati di fare uso dei social, e nel caso, fino a che livello è lecito che lo facciano. Mattarella non fornisce la ricetta giusta, ma ricorda come al magistrato sia imposto “uno standard elevatissimo di professionalità”, aggiungendo quindi lattenzione nella fruizione di questi strumenti fra le peculiarità necessarie ad un magistrato. In parallelo, il Capo dello Stato ha toccato anche il tema del rapporto fra giustizia e media ed il rischio di spettacolarizzare lazione della magistratura. “Le decisioni dei magistrati non devono rispondere allopinione corrente o a correnti di opinione, ma solo alla legge e anche per questo in Italia la magistratura non è composta da giudici e pubblici ministeri elettivi, e neppure da giudici o pm con lobiettivo di essere eletti”. E quindi “la magistratura non deve mai farsi suggestionare dal clamore mediatico intorno ai processi, non deve farsi condizionare da spinte emotive evocate da un presunto e indistinto sentimento popolare”.