MIGRANTI – IL PREMIER GENTILONI E QUELLO LIBICO SARRAJ FIRMANO UN ACCORDO ITALIA-LIBIA: UN ‘MEMORANDUM’ ARTICOLATO TRA IL SOSTEGNO ED I RIMPATRI VOLONTARI

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    “C’è tutto l’impegno possibile dell’Italia a sostengo della Libia nel contrasto al traffico di essere umani, di cui entrambi i nostri Paesi sono vittime”, ha sottolineato il premier Gentiloni da Palazzo Chigi, in occasione della firma del memorandum sui migranti con il presidente libico Sarraj. “L’Italia – ha spiegato Gentiloni – ha lavorato per contribuire alla stabilità e alla rinascita della Libia. Lo ha fatto con impegni concreti anche negli ultimi mesi, come la presenza di un nostro ospedale militare nella zona di Misurata e la recente riapertura della nostra ambasciata a Tripoli. E’ un nostro dovere, dovere di un Paese vicino, e come Paese enormemente interessato allo sviluppo e alla stabilità della Libia. Serve l’impegno economico dell’Italia – ha aggiunto ancora il Presidente del Consiglio – ma anche quello dell’Unione europea, perché il rilancio e la rinascita della Libia devono andare di pari passo con il contrasto al traffico di esseri umani”. Dal canto suo, il premier libico Fayez al-Serraj, nel corso della conferenza stampa ha osservato che il memorandum tra Italia e Libia sul contrasto all’immigrazione clandestina firmato a Roma, “consente di proteggere i nostri confini meridionali, che sono permeabili. Dai confini meridionali della Libia – ha spiegato ilo premier libico – passano grandi numeri di immigrati clandestini. Questo memorandum insiste sugli aiuti alla guardia costiera e sugli aiuti umanitari agli immigrati, perché possano essere rimpatriati in modo umanitario. Abbiamo un dovere etico nei confronti di queste vittime, ma abbiamo anche punti saldi per il bene dei nostri cittadini libici”. Serraj ha quindi elogiato, definendolo “molto fruttuoso”, l’incontro con ilppremier italiano, aggiungendo che il memorandum “traccia programmi e modalità per la lotta ai traffici di esseri umani, che sono un crimine contro l’umanità”, e mira a proteggere la vita degli immigrati e a rimpatriarli secondo le norme internazionali”. Quindi il premier, rivolgendosi ai suoi concittadini, ha poi precisato che “mai e poi mai faremo un accordo che possa intaccare la sovranità della Libia o che crei il presupposto per una stabilizzazione degli immigrati in Libia, che è un paese di transito, non di origine”. Ma, nello specifico, leggiamo da vicino i passaggi salienti del Memorandum. All’art.1 si precisa che la parte italiana fornisce sostegno e finanziamento a programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno del l’immigrazione illegale, in settori diversi , quali le energie rinnovabili, le infrastrutture, la sanità, i trasporti, lo sviluppo delle risorse umane, l’insegnamento, la formazione del personale e la ricerca scientifica. Inoltre, la parte italiana si impegna a fornire supporto tecnico e tecnologico agli organismi libici incaricati della lotta contro l’immigrazione clandestina, e che sono rappresentati dalla guardia di frontiera e dalla guardia costiera del Ministero della Difesa, e dagli organi e dipartimenti competenti presso il Ministero dell’Interno. Previsto inoltre, nel Memorandum, l’avvio “di programmi di sviluppo, attraverso iniziative di job creation adeguate, nelle regioni libiche colpite dai fenomeni dell’immigrazione illegale, traffico di esser i umani e contrabbando, in funzione di ’sostituzione del reddito’”. Al fine di conseguire gli obiettivi del Memorandum, inoltre, “le parti si impegnano a istituire un comitato misto composto da un numero di membri uguale tra le parti, per individuare le priorità d’azione, identificare strumenti di finanziamento, attuazione e monitoraggio degli impegni assunti”. “Sostegno alle organizzazioni internazionali presenti e che operano in Libia nel campo delle migrazioni a proseguire gli sforzi mirati anche al rientro dei migranti nei propri paesi d’origine, compreso il rientro volontario”, spiega l’art.2. In merito alla rotta dalla Libia all’Italia si era già espresso nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, a amrgien dell’incontro a Bruxelles con il primo ministro libico Fayez al-Sarraj: “Il flusso di migranti dalla Libia all’Europa non è sostenibile – aveva affermato Tusk – Domani a Malta proporremo misure operative per rafforzare il nostro lavoro e gestire meglio le rotte migratorie. L’Europa ha dimostrato di essere in grado di chiudere le rotte di migrazione illegale, come ha fatto nel Mediterraneo Orientale. Abbiamo discusso di questo esempio: ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all’Italia. Ne ho parlato a lungo con il primo ministro italiano Paolo Gentiloni ed è alla nostra portata. Quello di cui abbiamo bisogno è la piena determinazione a farlo”.

    M.