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Orsi esclusivo: “Per lo scudetto Lazio favorita. Boban e Maldini? Serve esperienza a certi livelli”

Un’ancora di normalità in un mare d’insicurezza. Questo rappresenta il calcio ora, che nonostante tutto prova ad andare avanti. Zoppicante, ferito. Ma sempre vivo. A porte chiuse si giocherà il big match tra Juventus e Inter, fondamentale per la lotta scudetto.

Di questo e tanto altro ha parlato Nando Orsi, che ai microfoni di italiasera.it nel corso della trasmissione 65 e mezzo, il Fantacalcio in TV ha analizzato il momento delicato del nostro calcio. Di seguito l’intervista integrale.

Come sta vivendo questo momento?

Dalla parte del professionista la sto vivendo con apprensione, stesso dci per la mia arte di tifoso e appassionato di calcio. E da cittadino la sto vivendo anche con più apprensione, insomma non è un momento felice, si naviga a vista sperando che tutto possa passare anche se non sono molto ottimista.

Il calcio italiano ha affrontato nel modo giusto l’emergenza?

Forse è stato un po’ tardivo, alle prime avvisagli di diffusione si doveva dare un taglio netto alle porte chiuse e da lì si doveva ripartire, così forse non ci sarebbe stato lo slittamento dei calendari e questi problemi. O forse ci sarebbero stati lo stesso perché ora con gli studi chiusi perché il calcio non è immune da questo. Vediamo cosa succede, anche se penso sia difficile. Una decisione doveva essere presa inizialmente dalle società che avrebbero dovuto mettere la saluta pubblica al primo posto. L’indecisione è statala miccia che ha acceso le dichiarazioni del presidente dell’Inter che secondo me sono state troppo forti.

Come si gioca una partita a porte chiuse?

L’ho vissuta in panchina al fianco di Mancini quando ero all’Inter, abbiamo fatto 4 partite di Champions e vinte tutte. È una partita diversa, dove bisogna trovare stimoli. La preparazione alla partita deve essere diversa, perché all’interno di uno stadio vuoti è possibile pensare che ci siano giocatori senza la carica giusta. Saranno più evidenziati gli errori, sentiremo cosa diranno gli allenatori, l’arbitro è meno condizionato. Quindi è abbastanza diversa.

Porte chiuse un danno di immagine del nostro campionato?

Se partiamo dal presupposto che prima ci sia da salvaguardare la salute delle persone penso sia stata una decisione giusta, anzi penso che il Governo sia stato troppo buono. Pensavo sospendesse direttamente il campionato. Prendiamoci quello che passa il convento.

Juventus-Inter, come la vede?

Se la Juve vince l’Inter rimane staccate e diventa difficile per i nerazzurri. Se vince l’Inter mette in crisi la Juve e favorisce la Lazio. Un pareggio favorirebbe solo la Lazio. In questo conteso senza pubblico un po’ favorita è l’Inter, perché la Juventus è in un periodo non ottimale dal punto di vista fisico. Da un punto di vista fisico vedo favorita l’Inter.

La favorita alla vittoria finale?

La Lazio ha solo due partite importanti: la Juventus e l’Atalanta. Se dovesse passare indenne questi ostacoli potrebbe farcela. Inzaghi? Sta crescendo in maniera esponenziale come la sua squadra. Sta toccando il massimo della sua carriera professionale. Sta facendo bene, sia tatticamente che sotto il profilo della personalità.

Cosa ne pensa di Eriksen?

È stato preso per dare qualità all’Inter, ma è normale che ci voglia un po’ di adattamento. La differenza quando entra la fa quando tocca la palla. Può essere decisivo anche quando a partita in corsa, sulla sua qualità non si discute. Conte ha detto che sono arrivati lì anche senza Eriksen.

In cosa è migliorato e cosa deve migliorare Strakosha?

È giovane, è cresciuto come è cresciuta la squadra. Sta assumendo sempre più sicurezza, sta diventando un punto fondamentale. Tra i crediti e i debiti lui ha dato di più rispetto a quanto abbia fatto perdere la squadra. Anche contro il Bologna ha fatto parate importanti. Quando un portiere ti8ene la concentrazione tutta la partita vuol dire che sta maturando, e Strakosha lo sta facendo.

Qual è il segreto di questa Lazio?

Il gruppo, è fondamentale. Da tre anni sono sempre gli stessi, c’è anche l’intuizione dell’allenatore di portare due giocatori di qualità in mezzo al campo. L’alternanza tra Caicedo e Correa, i gol di Immobile. Gli ultimi anni hanno dato certezze alla squadra, c’è anche la motivazione che sta dando l’allenatore che risulta fondamentale.

Capitolo Milan: Boban e Maldini vicino all’addio, che ne pensa?

Sono dell’idea che per fare il dirigente ad alti livelli serve esperienza. Boban e Maldini sono stati due grandissimi calciatori e hanno fatto la storia del Milan, ma per fare i dirigenti a questi livelli devono anche passare attraverso a degli errori. Purtroppo al Milan certi errori non si possono più fare perché il Milan è una società che vuole vincere subito. Il progetto di tre ani iniziato con Giampaolo non ha funzionato forse per la poca personalità dell’allenatore, che io stimo tanto, ma in una piazza del genere è difficile. Anche il mercato: Ibra ha dato una svolta al Milan, ma questo vuol dire che il mercato estivo non è stato così indovinato. Nonostante Boban e Maldini sono stati due grandi giocatori quando vengono giudicati da dirigenti ci si dimentica del loro passato in campo: bandiera si è sempre, ma poi c’è bisogno di dimostrare anche altro.