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Quarantena per contatti con positivo: Commissario ed esperti favorevoli a rivedere le regole in virtù delle numerose terze dosi effettuate

La riflessione sul numero di persone in quarantena l’abbiamo fatta questa mattina con il ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l’Istituto superiore di Sanità, le quarantene oggi sono diverse a seconda che si sia vaccinati o meno, si sta vedendo cosa mettere in campo”.

Così il Commissario all’emergenza visitando l’hub vaccinale per i bambini, organizzato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, rispondendo a una domanda sul se – e come – si sta ragionando sulla quarantena che, ad oggi, anche chi ha ricevuto 3 dosi, è costretto a seguire.

Variante Omicron e quarantena, cosa dicono gli esperti  L’epidemiologo del Cts: “credo sia pensabile discutere di una riduzione della quarantena”

Come ha infatti spiegato anche un componente interno al Cts, l’epidemiologo Donato Greco, “La quarantena da sempre è pensata per ridurre i contagi e sappiamo che questo Covid ha una trasmissibilità di alcuni giorni, con notevole variabilità, in quanto il tempo di incubazione va da 2 a 14 giorni. C’è quindi un ampio range, all’interno del quale credo sia pensabile discutere di una riduzione della quarantena”.

Quarantena, Pregliasco: “Le indicazioni precedenti andavano bene con una contagiosità diversa”

Concorde con molti puoi colleghi anche il virologo e docente dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, secondo il quale “E’ chiaro che in questa fase e con questa diffusività di Omicron dobbiamo considerare delle variazioni sulle modalità con cui interveniamo, altrimenti si va comunque verso un lockdown generalizzato vedendo quante persone oggi vaccinate, ma con figli giovani, sono costrette a casa in quarantena per contatti con positivi. Le indicazioni precedenti andavano bene con una contagiosità diversa, ora dobbiamo pensare a modalità differenti”.

Quarantena, Andreoni: “Si stanno creando delle difficoltà all’attività lavorativa già sotto stress”

Per il primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Massimo Andreoni, “Il problema dell’aumento delle persone, vaccinate con tre dosi, ma in quarantena perché contatti di positivi lo stiamo vivendo negli ospedali dove già c’è una carenza di operatori, medici e infermieri, in isolamento a casa. Questo sta creando delle difficoltà all’attività lavorativa già sotto stress”.

Quarantena, Andreoni: “Occorre fare un ragionamento per i lavoratori dei servizi essenziali come gli operatori sanitari”

Un problema, quello della quarantena estesa anche a quanti vaccinati con 3 dosi, “Enorme perché c’è anche una questione che va sottolineata: l’isolamento ci garantisce di limitare i contatti e se andiamo a intervenire c’è il rischio di un’ulteriore esplosione delle infezioni. Quindi – prosegue Andreoni – occorre fare un ragionamento solo per quei lavoratori dei servizi essenziali, tra cui gli operatori sanitari. Per questi si potrebbe pensare di farli lavorare con il rispetto di alcune condizioni: indossare sempre la mascherina Ffp2, mantenere sempre una distanza di sicurezza dai colleghi e curare l’igiene delle mani ogni ora”. Dunque, conclude l’esperto, “E’ certamente una scelta rischiosa ma se gli ospedali si dovessero trovare in grave difficoltà per la carenza di operatori costretti alla quarantena, di fronte alla scelta tra chiudere l’ospedale e quella di rivedere le regole dell’isolamento direi che sulla seconda andrebbe aperto un ragionamento“.

Quarantena, Bassetti: “Il rischio è di vedere tra 20 giorni l’Italia bloccata per le quarantene e gli isolamenti”

Come tiene infatti a rimarcare anche il direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ”Il Paese è ingessato nel vedere la pandemia come un anno fa, mentre c’è bisogno di un aggiornamento e di ascoltare i medici che lavorano nei reparti Covid e che vi assicurano su come la malattia, nei vaccinati, è ben diversa. Il rischio è di vedere tra 20 giorni l’Italia bloccata per le quarantene e gli isolamenti”.

Quarantena, Bassetti: “Dobbiamo capire che per i vaccinati la malattia è diversa ed è attenuata”

Dunque, prosegue ancora il noto infettivologo ligure, “Le mie proposte sono da infettivologo e guardano a quello che accadrà tra qualche settimana. Se decidiamo di mettere in quarantena come stiamo facendo tutti i contatti dei positivi, considerando una media tra i 5 e i 10 contatti per ogni positivo (tra parenti e contatti sul posto di lavoro), il rischio è di avere un milione di persone al giorno tra positivi e chi deve andare in isolamento perché in contatto. In pochi giorni arriveremo a 10 milioni di persone in quarantena, possiamo permettercelo? Io direi di no. Serve mettere in isolamento così tante persone per dei positivi che nel caso dei vaccinati hanno al massimo un’influenza? Dobbiamo iniziare a cambiare il nostro modo di affrontare il Covid sulla base del fatto che per i vaccinati la malattia è diversa ed è attenuata”.

Quarantena, Gismondo: “Il virus si sta mostrando sempre più in una patologia molto attenuata, se non addirittura asintomatica”

Un timore condiviso anche dalla microbiologa Maria Rita Gismondo, secondo cui “Oggi, con Omicron che corre e i contagi Covid che si moltiplicano, avere in quarantena tutti i contatti delle persone positive significa veramente chiudere la società e il mondo lavorativo. Non credo che possiamo permettercelo”. Piuttosto l’esperta si dice convinta che sia “necessario rivedere i protocolli come stanno facendo per esempio in Sudafrica”. Oltretutto, precisa la Gismondo, rispetto ad un anno fa oggi la situazione è totalmente cambiata, “la situazione attuale è assolutamente diversa da quella che abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni”. Infine, tiene a sottolineare ancora la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, “Finalmente il virus si sta mostrando sempre più in una patologia molto attenuata, se non addirittura asintomatica”.

Quarantena, Lopalco: “Un errore affrontare questo neo varante con le stesse regole con cui abbiamo affrontato le precedenti”

E’ invece categorico l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, per il quale ”Le regole del tracciamento e della quarantena vanno subito riscritte. In questa fase” di impellente emergenza, rilancia l’esperto, c’è invece da “dare la priorità per l’accertamento con il tampone ai sintomatici, in modo da avviare precocemente il trattamento in caso di positività. Ai contatti asintomatici vaccinati, prescrivere semplici regole di precauzione per evitare che entrino in contatto stretto con soggetti fragili (il corretto uso della mascherina potrebbe bastare). Ai contatti non vaccinati, invece, isolamento per 21 giorni senza tampone di conferma”. Un’iniziativa, sega il medico, che “ovviamente sarebbe efficace se si applicasse seriamente la politica del Green pass rafforzato in ogni luogo, in modo da limitare a priori i contatti sociali di chi non è vaccinato”. Inoltre, scrive su Fb l’ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, “Arriva Omicron con il suo carico di problemi. Ma dobbiamo affrontare questo nuovo ceppo con le stesse regole con cui abbiamo affrontato le precedenti varianti? Sarebbe un errore”.

Quarantena, Lopalco: ”La stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata e oggi questo fa la differenza”

Infatti, aggiunge, ”L’arrivo di Omicron credo debba imporre nuove regole di ingaggio perché la situazione pandemica è completamente diversa. La stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata e questo fa la differenza. Se prima della campagna vaccinale tentare di bloccare le catene di contagio era l’unico modo che avevamo per impedire l’intasamento del servizio sanitario, oggi con una variante che sciama anche fra gli immunizzati, dovremmo invece concentrarci per proteggere coloro che da una infezione posso avere un danno importante, non solo un tampone positivo. Questi – conclude infine Lopalco – sono gli anziani e i fragili, che anche se vaccinati possono non essere sufficientemente protetti e, ahimè, chi non si è vaccinato per scelta“.

Quarantena, Cartabellotta: “La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta”

Dal canto suo Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe, ribadendo che “Omicron è una variante molto contagiosa”, ha quindi spiegato che “Ogni positivo può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta visto, come detto, che l’impatto sugli ospedali non è ancora così preoccupante. Dobbiamo entrare in una gestione sanitaria, economica e sociale della pandemia. Sono anche un fautore dell’obbligo vaccinale. Basta parlare di prime, seconde e terze dosi. Bisogna che il vaccino diventi una misura di sanità pubblica – rimarca – che andrà somministrato periodicamente. Del resto il vaccino, nonostante il virus circoli, permette di non affollare gli ospedali“.

Quarantena, Cartabellotta: “Nonostante l’incremento dei contagi, l’impatto sugli ospedali è percentualmente modesto”

Dunque, prosegue il responsabile del Gimbe, ”Al netto dei dati di ieri che ci hanno riportato poco più di 25mila contagi ma a fronte di molti meno tamponi effettuati, nelle ultime settimane abbiamo visto che i casi giornalieri sono passati da 15mila a ridosso dell’Immacolata a circa 37mila al giorno a Natale. La variante Omicron è molto più presente di quanto non dicano i dati delle flash survey effettuate dall’Iss. È una variante talmente contagiosa che nel momento in cui si stabilisce la reale presenza la stessa variante si è ulteriormente diffusa. La buona notizia – precisa Cartabellotta – è che a fronte dell’incremento così importante dei contagi l’impatto sugli ospedali è percentualmente modesto. Le persone ricoverate in area medica sono l’1,8% dei quasi 520mila attualmente positivi. Lo 0,21% è in terapia intensiva per un totale di 1081 casi”. Dunque, avverte concludendo Cartabellotta, è ora di prepararci a “vedere crescere ancora la curva dei contagi. La cosa certa è che più persone si vaccineranno anche con la terza e minore sarà l’impatto sugli ospedali“.

Max