Home ATTUALITÀ Ratzinger, l’ex segretario padre Georg in Italia a un anno dalla morte

    Ratzinger, l’ex segretario padre Georg in Italia a un anno dalla morte

    (Adnkronos) – Mons. Georg Ganswein, già segretario particolare di Benedetto XVI ed ex prefetto della Casa Pontificia che su decisione del Papa ha dovuto lasciare il Vaticano e fare ritorno nella diocesi natale di Friburgo senza incarichi pastorali specifici, tornerà in Italia per il primo anniversario dalla morte del Pontefice emerito, scomparso lo scorso 31 dicembre. Padre Georg con tutta probabilità sarà a Roma a pregare sulla tomba di Ratzinger; per la festa dell’Epifania, è atteso a Bergamo nella parrocchia del Sacro Cuore su invito del parroco, don Daniel Boscaglia.  

    “Conosco padre Georg – ha raccontato all’Adnkronos il sacerdote – per la mia tesi in diritto canonico el 2017 avendo citato il suo lavoro per quel che riguarda la costituzione apostolica di Benedetto XVI Anglicanorum coetibus. La nostra è più che altro una conoscenza accademica. Sono stato cinque anni a Roma per studiare diritto canonico”. Si sono conosciuti in quel frangente. Arrivato a Bergamo, nella parrocchia del Sacro Cuore, don Boscaglia ha incontrato dei parrocchiani amici di padre Georg. “A loro -ha spiegato – è venuta l’idea di invitarlo. Siccome padre Georg sarà a Roma per il primo anniversario della morte di Benedetto XVI , tornando verso Friburgo dove sta insegnando diritto canonico si fermerà qui da noi per l’Epifania”.  

    Il programma prevede la celebrazione della messa alle 10.30. La data coinciderà con l’undicesimo anniversario di ordinazione episcopale di mons. Ganswein. Padre Georg avrà anche un incontro pubblico con i cittadini nel salone parrocchiale – ‘Padre Georg incontra la città di Bergamo: testimonianze, incontri e aneddoti dalla viva voce del segretario di Benedetto XVI’ – moderato da Marco Roncalli, pronipote di papa Giovanni XXIII.  

    Alla morte di Benedetto XVI, il monsignore tedesco, a poche ore dai funerali, diffuse stralci del suo libro “Nient’altro che la verità”, nel quale attaccava Francesco, innescando polemiche e alimentando scenari complotticistici. “L’unico mio obiettivo – disse lo stesso Ganswein da Bruno Vespa – era mettere chiarezza anche in punti in cui vi erano molti problemi. Niente guerre, né fazioni. Volevo solo dare la mia testimonianza delle vere cose che sono successe. Qualsiasi momento della pubblicazione sarebbe stato criticato”.