Razzismo, Leonardo: partita da sospendere

    Dura disamina da parte del direttore tecnico del Milan, il brasiliano Leonardo che sostiene come dopo i cori razzisti fosse doverosa una scelta ferma ma risoluta e, soprattutto, indicata a suo dire in modo chiaro dalle norme. Il Milan, dunque, non ci sta a passarci sopra e, all’alba della gara contro la Lazio che pure è costata ai rossoneri l’eliminazione dalla semifinale di Coppa Italia, ha deciso di parlare tramite la voce autorevole del suo dt Leonardo del tema grave che si è sviluppato a corollario del match, ovvero il razzismo.

    Razzismo, Leonardo: partita da sospendere. Dice: si applichino le norme

    Leonardo è chiaro: “Partita da sospendere, si applichino le norme”. Questa la sintesi del suo pensiero in seguito ai cori contro Bakayoko in Milan-Lazio. Il d.t. accusa: “Dove sono finiti Giorgetti e Gravina che accusavano i nostri? Salvini spenda la vergogna per cose più gravi”. La accusa di Leonardo dunque parte dalla istituzioni del calcio e da quel  “vergogna” di Milan-Lazio, con cui si era espresso il vice-Premier Salvini, parlando di una vicenda, quella di Kessie e Bakayoko che sono poi stati preda durante Milan – Lazio di Coppa itali di tutta una serie di insulti e cori razzisti, e non solo. Minacce, ululati, banane gonfiabili. E l’arbitro non è intervenuto. Leonardo, direttore generale dell’area tecnica-sportiva del Milan, ha voluto prendere parola, facendo due precisazioni. “Non parlo perché abbiamo perso. La Lazio ha vinto sul campo e ha meritato la finale. Seconda: dopo la vicenda della maglia di Acerbi, noi siamo intervenuti per risolvere il caso, ma abbiamo evitato qualsiasi dichiarazione pubblica per favorire un avvicinamento il più sereno possibile alla partita di Coppa Italia”. Il rischio che accadesse, del resto, era molto alto dopo il caso dell’andata del match. E Leonardo chiarisce che “Infatti, in modo informale, alla vigilia abbiamo contattato tutte le componenti, per condividere l’allerta: Federcalcio, Lega, vertici arbitrali, responsabili dell’ordine pubblico… E abbiamo ripetuto appelli alla responsabilità ai giocatori. Sono stati zitti loro, siamo stati zitti noi. Non bastasse, la mattina della partita c’è stata quella manifestazione a piazza Loreto. Ci doveva essere la massima attenzione per stroncare sul nascere ogni forma di provocazione che potesse portare alla violenza”. Al contrario durante il match, ecco gli insulti razzisti. “C’erano almeno mille motivi per interrompere quella partita. Con le nuove norme, non doveva neppure attendere il secondo o il terzo coro, gli bastava il primo per richiamare la squadre al centro del campo, far diffondere gli annunci e poi, in caso di altri cori, sospendere definitivamente la partita. Invece nulla. Ma i cori razzisti e gli ululati li hanno sentiti tutti. Se sono stati trasmessi due annunci dagli altoparlanti, significa che insulti e cori erano ben udibili da tutti. Eppure Mazzoleni ha tirato dritto, come se fosse stato l’unico a non sentire”.