REGIONE LAZIO, CASO SOCRATE, SMERIGLIO “DISPONIBILITÀ A CONFRONTO, MA FUORI DA STRATEGIA PROCESSUALE”

     Il caso dei quattro ragazzi responsabili dell’incendio al liceo Socrate è arrivato sulle scrivanie della Regione tramite l’appello che proprio i quattro giovani hanno inviato a tutte le cariche istituzionali del paese. A rispondergli è stato il vice presidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio che ha espresso il punto di vista a questa vicenda in una lettera:

    “Ho ricevuto – e letto con attenzione e rispetto – la lettera firmata dai quattro studenti responsabili dell’incendio al Liceo Socrate, dai loro avvocati e, nel caso dei due ragazzi minorenni, anche dai rispettivi genitori.

    Tutti i firmatari indirizzano a diverse cariche istituzionali, dal Sindaco di Roma, al Prefetto Commissario della Provincia, al sottoscritto in qualità di Vicepresidente della Regione Lazio, nonché al Preside del Socrate, una missiva nella quale gli autori di questo gesto scellerato ed irresponsabile manifestano il loro pentimento e la loro volontà di rimediare in qualche modo allo stesso, anche contribuendo direttamente, con il loro lavoro, alla ricostruzione della scuola.

    Si tratta di un appello accorato per ottenere una chance di espiazione e  un incontro con le Istituzioni al fine di formalizzare un percorso in tal senso.

    Ho sempre ritenuto che sia dovere di ogni uomo, ed ancora più di un amministratore pubblico, ascoltare ogni voce, anche e soprattutto quella di chi chiede perdono dopo sbagli gravissimi ed offensivi per la collettività.

    Non giungerà quindi da questa istituzione un diniego alla richiesta d’incontro e di confronto con i ragazzi e con i loro genitori, evidentemente piegati da un dolore inaspettato ed amaro.

    Al contempo, però, la Regione Lazio non può essere coinvolta in una strategia difensiva che, per quanto legittima, attiene le competenze e ai compiti esclusivi degli avvocati di parte, e pertanto un incontro di questo genere non può, né deve in alcun modo rappresentare un’assoluzione collettiva delle responsabilità oggettive e gravi dei ragazzi. Anche perché l’ipotesi di un percorso con le Istituzioni non potrà sostituire in alcuna maniera quello che sarà il giudizio della Magistratura: sono due strade chiaramente distinte. Da una parte la valutazione e le conseguenze dei reati commessi, dall’altra  l’occasione di una seconda opportunità di cittadinanza.

    Ma soprattutto ritengo che questa lettera in primo luogo andasse indirizzata non ai politici ma ai loro insegnanti, al preside, al vice preside e soprattutto ai compagni di scuola, ancora in preda alla rabbia e alla tristezza per uno “sfregio” che non comprendono e che li ha feriti profondamente. Una lettera scritta e firmata direttamente dai ragazzi senza la mediazione di genitori e avvocati. Il percorso di responsabilità e piena coscienza per quanto accaduto parte da piccoli gesti individuali, da una rivisitazione del modo di stare nel mondo e del rispetto che si deve agli altri e ai beni comuni senza scorciatoie. Il fuoco è metafora dei tempi nostri perché brucia e consuma le cose velocemente. Non tutto è ricomponibile con gesti eclatanti e rapidi. Ferite così grandi si curano nel tempo che serve per trasformare atteggiamenti spettacolari no limits in rapporti rispettosi, curiosi dell’altro e quindi durevoli. 

    Per questo invito i ragazzi e i loro genitori a valutare che un vero cammino di consapevolezza e riconoscimento profondo di responsabilità passa solo attraverso il difficile confronto con i più colpiti, con le vere “vittime” del loro gesto: non le Istituzioni che dovranno economicamente rimediare al danno, ma gli studenti tutti del Socrate. E questa traiettoria non è monetizzabile, l’assoluzione del gruppo dei pari non è in vendita, ma va riconquistata con atti e parole del tutto opposte a quelle utilizzate sin qui. 

    Trovino forza, modi e gesti concreti per avviare questo percorso mettendo in conto tutti i piccoli passi necessari, gli stop e le frustrazioni che per forza di cose attengono alla crescita e alla riconsiderazione profonda del rapporto tra soggettività probabilmente auto centrate e la bellezza plurale colorata e libera che il mondo contiene.”