Renzi, non spetta alla Buba intervenire sulla politica italiana

    “Il compito della Bundesbank è assicurare il proprio obiettivo statutario, non partecipare al dibattito politico italiano. Rispetto il lavoro” della Buba, quando ha il desiderio di parlare con noi è la benvenuta partendo dall’assunto che l’Europa è dei cittadini, non dei banchieri né tedeschi né italiani”. Così il premier Matteo Renzi. ’’Non c’e’ differenza fra Italia e Germania. Remiamo nella stessa direzione’’. Lo ha detto il portavoce di Angela Maerkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulle affermazioni di Manfred Weber (capogruppo Ppe) che non ha voluto commentare, sostenendo di poter parlare solo per il governo tedesco. Seibert ha sottolineato di vedere cosi’ il risultato del vertice Ue. ’’Il presidente della Bundesbank parla a nome di una banca che agisce in modo indipendente e dunque non commento le sue dichiarazioni’’, ha proseguito il portavoce di Angela Merkel.  “Non c’è una crisi diplomatica” con la Germania, ma una “discussione politica”, anche con altri paesi, su come “interpretare il patto di stabilità”. Così il ministro degli Esteri Federica Mogherini a Radio Capital. L’Italia “sta esercitando un peso europeo nuovo, che apre interessanti possibilità”. L’importante è avere un “filo diretto” con Berlino. Gli fa eco il ministro Padoan:  “Non c’è nessun problema con laGermania. Ieri ho avuto un lungo colloquio con il mio amico Schaeuble. Non c’è nessun problema”.  “C’è un filo diretto tra Italia e Germania, tra me ed il ministro degli Esteri Steinmeier e tra Matteo e Angela Merkel”, ha aggiunto la Mogherini, aggiungendo che “bisogna uscire dall’idea di un’Italia e dei Paesi del sud Europa contro quelli del Nord”, perché “abbiamo obiettivi comuni”, quindi “si tratta di capire come condividere questa volontà” e trovare “strumenti concreti” per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia europea.  Scontro al calor bianco tra Italia e Germania. A ridare fiato alle tensioni e’ il “falco” della Bundesbank che stasera da Berlino ha lanciato un monito al premier Matteo Renzi, davanti a una platea di conservatori della Cdu. Jens Weidman ha attaccato la flessibilità sul patto di bilancio, detto che le riforme ’’vanno fatte e non solo annunciate’’ e ribadito che “fare più debito non porta crescita”. Durissima la reazione del governo italiano: “Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato paese. Sicuramente, ha sbagliato governo”. L’Italia di Matteo Renzi ribadisce così la linea dura contro quella parte di Germania che nutre “pregiudizi” e pretende solo di dare lezioni. Nel pomeriggio era stato il presidente Giorgio Napolitano a sottolineare il lungo percorso compiuto dall’Italia: “Bisogna dire che abbiamo fatto molto: l’aggiustamento della finanza pubblica che c’e’ stato in Italia negli ultimi anni può sfidare qualsiasi termine di paragone”, aveva detto il presidente incontrando i commissari dell’Euroesecutivo in visita a Roma, per l’avvio del semestre europeo. Sembra lontano l’accordo raggiunto sul migliore uso della flessibilità nel Patto di stabilità e di crescita e delle sue revisioni raggiunto al Vertice Ue solo una settimana fa. E sembra già sbiadita la fotografia dell’incontro tra Renzi e la cancelliera Angela Merkel che aveva fatto parlare dell’inizio di un asse italo-tedesco inedito in Europa. E’ vero però che Weidman non e’ Berlino: la stessa Merkel non ha esitato ad isolarlo nello scontro tra la Buba e il presidente della Bce Mario Draghi sul nuovo armamentario anti-crisi dell’Istituto di Francoforte. Jens Weidman ha parlato al fianco del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble che è apparso nei panni insoliti di una colomba. Le decisioni prese la settimana scorsa al vertice europeo ’’contengono il pericolo che sia colto piu’ che mai il pretesto per una interpretazione morbida’’ del fiscal compact, ha detto il presidente della Bundesbank. ’’Questo penalizza la credibilità del patto di stabilità e crescita’’. Weidmann ha segnalato inoltre che i tassi sui titoli di stato di Italia e Spagna ’’non sono mai stati cosi’ bassi’’. Una situazione che non aiuta a irrobustire la volontà riformatrice dei paesi sovraindebitati: ’’C’e’ il timore che i tassi bassi non siano usati per consolidare i bilanci, quanto piuttosto per finanziare altre spese’’. Pura dottrina Weidmann, che non ha perso l’occasione per una frecciatina ironica contro Renzi: ’’Matteo Renzi dice che la foto dell’Europa è il volto della noia, e ci dice anche cosa dobbiamo fare…’’, ha commentato. Al difensore della linea del rigore e delle regole, Schaeuble ha risposto facendogli una lezione di pragmatismo, spiegandogli la complessità degli equilibri politici in Europa. Il ministro ha ribadito la necessità di riforme, crescita e investimenti: ’’Ci si deve attenere a quello che è stato concordato – ha detto, spiegando di ’’rifiutare il dibattito sulla flessibilità’’ cosi’ come viene proposto, ma ribadendo che “bisogna certamente promuovere la crescita, e bisogna fare investimenti’’. Citando due volte i colloqui con Pier Carlo Padoan, Schaueble ha detto che si è parlato di come migliorare la flessibilità in alcuni Paesi. Non è possibile, ha esemplificato, che i 6 miliardi destinati alla occupazione non siano utilizzati perchè non vi è la possibilità di farlo. Poi il ministro ha allargato l’orizzonte del suo discorso: ’’Saremo pragmatici. Per cambiare i trattati in Europa servono due anni’’, non si può ogni volta passare attraverso il sentiero stretto delle regole. E a chi scrive che il governo Merkel vuole un’Europa tedesca, ha risposto: ’’non vogliamo un’Europa tedesca, ma un’Europa forte’’.