Revoche Siri, gli equilibrismi di Conte

    Nel giorno della revoca delle deleghe a Siri, nuovi ostacoli da superare per il premier Conte occupato a spiegare la motivazione della scelta ma soprattutto, più in generale, a cercare la strada degli equilibri tra due componenti come Lega e Movimento Cinque Stelle che sono sempre più in contrasto tra di loro. Mentre tra i ranghi del Movimento Cinque Stelle arriva una nuova istanza per Di Maio dopo l’affaire Siri, Conte prova a smussare angoli tra leghisti e grillini faticando non poco al riguardo.

    Revoche Siri, gli equilibrismi di Conte. Chiusa la parentesi del sottosegretario leghista ai trasporti

    Dunque nel corso dell’importante e atteso consiglio dei ministri convocato a palazzo Chigi per dirimere la questione del caso di Armando Siri, si è giunti alla decisione da più parti suggerita di rimuovere le deleghe del sottosegretario leghista ai trasporti che, come si ricorda, è sotto inchiesta per la corruzione. Giuseppe Conte ha giocato il ruolo delicato del leader di una maggioranza sempre più spaccata, incassando fiducie e consensi certo, ma anche esponendosi ai rischi del ruolo di equilibrista tra partner in rotta di collisione. Conte ha illustrato in Consiglio dei ministri tutti i motivi che lo hanno spinto a proporre la revoca dell’incarico di sottosegretario ad Armando Siri. “Non si andrà alla conta, avevano assicurato in precedenza da fonti di Palazzo Chigi, non negando che ci sarebbe stata una forte “discussione politica”. L’incontro è iniziato con un’ora di ritardo intorno alle 10.45: ragioni istituzionali all’estero, hanno impedito ai ministri degli Esteri e dell’Economia, Enzo Moavero e Giovanni Tria di partecipare. Tutti presenti i ministri pentastellati: da Giulia Grillo a Danilo Toninelli, passando per Elisabetta Trenta e Sergio Costa. Prima del consiglio il vice premier Matteo Salvini si era riunito in disparte con i ministri del Carroccio nella stanza del sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti.