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Salute e prevenzione – Presentati i risultati dello STADA Health Report 2023: oltre 4 italiani su 10 non si sottopongono ai controlli

Ormai al centro di quello che può significare ‘la svolta’, il meccanismo in grado di sbloccare situazioni sanitarie a volte3 drammatiche, negli ani il ruolo della prevenzione è andata in crescendo, fino a riveste un ruolo fondamentale per la nostra salute, consentendoci così di giocare d’anticipo nella gestione di molte malattie, oltre che a rappresentare un importante fattore di sostenibilità economica per il Servizio Sanitario Nazionale.

Purtroppo però, non è così per tutti gli italiani: “prevenire è meglio che curare”? Sì ma: oltre 4 connazionali su 10 non si sottopongono ad alcun controllo preventivo o screening: tra le principali motivazioni, la mancanza di consapevolezza e sensibilità sul tema e le disponibilità economiche limitate.

E’ infatti questo il quadro desolante – poco confortante – che emerge dall’ultima edizione dello ‘STADA Health Report’, un’ampia indagine online condotta tra marzo e aprile 2023 da ‘Human8’, per conto del Gruppo STADA, su un campione rappresentativo di 32.000 persone in 16 Paesi – Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Uzbekistan.

Prevenzione: oltre 4 italiani su 10 (il 42% per lo più uomini  di un’età compresa tra i 18 e i 34 anni), non effettua nessun ‘check up’

Nello specifico, rivela la ricerca, ben il 42% degli italiani (per lo più uomini  di un’età compresa tra i 18 e i 34 anni), non effettua nessun ‘check up’, mentre circa metà del campione intervistato (49%) aderisce solo ad alcune attività di prevenzione. E tra i controlli medici più diffusi, ecco le visite odontoiatriche (59%) e gli esami del sangue (51%); percentuali più basse di adesione inoltre, per quanto riguarda gli screening per il tumore all’intestino (30%) e per il tumore della pelle (26%) e la gastroscopia (11%).

Prevenzione: per il 29% degli intervistati, la causa principale è la mancanza di conoscenza di quali controlli effettuare, o la scarsa disponibilità economica

Si registrano, inoltre, alcune differenze di genere: le donne risultano essere più propense a sottoporsi a visite ginecologiche (69%) o a programmi di ‘screening’ per il tumore alla mammella (66%), mentre poco più di 4 italiani su 10 di età superiore ai 55 anni (42%) partecipa a ‘screening’  della prostata e solo il 9% degli uomini si sottopone a controlli per il tumore ai testicoli.

Ma quali sono gli ostacoli che impediscono una più ampia adesione ai controlli sanitari? Per il 29% degli intervistati la causa principale è la mancanza di conoscenza di quali controlli effettuare o la scarsa disponibilità economica, mentre il 18% lamenta la mancanza di tempo e il 16% sostiene di non aver bisogno di sottoporsi ad alcune attività di prevenzione.

Prevenzione, Luca Vitaloni, Senior Research Manager Human8: “Quasi 1 italiano su 3 non è nemmeno consapevole che potrebbe sottoporsi a dei controlli o non se li può permettere”

Mentre il Report dello scorso anno ha mostrato come il Covid-19 abbia avuto un impatto significativo sulla salute mentale e fisica degli italiani, quest’anno il focus dello STADA Health Report è sulla prevenzione. Abbiamo intervistato 2.000 italiani e i risultati evidenziano una significativa distanza tra l’importanza di adottare misure preventive e il numero di italiani che si sottopone effettivamente a controlli preventivi adeguati“, afferma Luca Vitaloni, Senior Research Manager Human8.

In particolare – prosegue l’esperto – abbiamo osservato che oltre il 40% degli italiani non si presenta ad alcun controllo medico e che quasi 1 italiano su 3 non è nemmeno consapevole che potrebbe sottoporsi a dei controlli o non se li può permettere.
Siamo davvero grati della partnership con il Gruppo STADA e auspichiamo che i dati di questa ricerca contribuiscano ulteriormente alla mission dell’azienda di prendersi cura della salute delle persone
.”

Prevenzione, tuttavia il 70% degli intervistati dichiara che la propria salute psichica è “buona” o “molto buona“, e che anche la qualità del sonno è migliorata

Non ci sono, però, solo dati scoraggianti: il Report evidenzia anche alcuni risultati positivi. Inaspettatamente, nonostante l’attuale contesto storico, il benessere mentale degli italiani è migliorato. Il 70% degli intervistati – principalmente uomini e over 55 – dichiara che la propria salute psichica è “buona” o “molto buona“, registrando un + 10% rispetto al 2022: un trend in crescita che si riscontra anche negli altri Paesi coinvolti nella survey.

Anche la qualità del sonno è migliorata: 2 italiani su 3 (67%) – in particolare uomini e di età compresa tra i 18 e i 34 anni – sostengono di riposare bene durante la notte (di contro il 59% nel 2022).

Non mancano, comunque, le preoccupazioni – in primis la paura di perdere un familiare (63%), le problematiche legate alla salute (61%) o di carattere economico (50%) – che solitamente sono discusse in privato, in famiglia o nella propria cerchia di amici (44%), anche se 1 italiano su 4 (24%) preferisce non confidarsi con nessuno.

Prevenzione, a preoccupare 1 nostro connazionale su 3 – soprattutto donne e over 55 – è la difficoltà di approvvigionamento dei farmaci

Un altro topic analizzato dallo STADA Health Report è il livello di soddisfazione degli italiani nei confronti del sistema sanitario. Come negli altri Stati, anche nel nostro Paese si registra un calo della fiducia dei cittadini, passando dal 69% nel 2021 al 51% nel 2023, posizionando l’Italia al terz’ultimo posto, seguita solo dalla Serbia e dalla Polonia. A preoccupare 1 nostro connazionale su 3 – soprattutto donne e over 55 – è la difficoltà di approvvigionamento dei farmaci.

Di contro, gli italiani sono tra i più fedeli in Europa alla farmacia (73%) e 2 su 5 sono favorevoli alla vaccinazione presso questo presidio sanitario, con una percentuale (40%) di gran lunga superiore alla media europea (24%).

Infine, l’Italia è nella “top 3” per quanto riguarda l’uso della ricetta elettronica (76% di contro una media europea del 45%).

Max