Salvini: se vinco Europee non chiedo poltrone

    Importante chiarimento da parte del ministro dell’Interno e vice premier Salvini in merito agli effetti che le Europee potrebbero, o meno, avere nell’ambito degli equilibri di governo e della tenuta stessa della maggioranza. A chi gli chiede se, in caso di successo, pensasse di passare all’incasso, il numero uno della Lega risponde con chiarezza. “Se alle Europee la Lega sarà il primo partito non chiederò poltrone“.

    Salvini: se vinco Europee non chiedo poltrone. Il vice premier interviene a Radio Anch’io

    Nel corso di un nuovo intervento mediatico presso “Radio anch’io“, il vice premier Matteo Salvini è tornato su uno dei temi molto in voga in queste ore, accompagnate da un clima di tensione e di critiche reciproche con cui le due anime della maggioranza di governo si stanno dando battaglia, e relativo alla possibilità, da parte della Lega, di sfruttare l’eventuale esito positivo del voto delle Europee per avanzare nuove pretese e, come temuto da alcuni, chiedere nuove poltrone o incarichi. “Io chiedo il voto per cambiare l’Europa, non chiedo mezza poltrona in più.”, ha detto Salvini, che però poi ha chiarito come alcuni aspetti, di natura programmatica, però, potrebbero diventare prioritari dopo il voto. Come la flat tax. “Certo se la Lega sarà il primo partito in Italia e in Europa sarà la priorità”, ha dichiarato vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini a “Radio anch’io”, tornando però a negare ulteriormente ogni possibile rimpasto. 
    Aggiornamento ore 09,11

    Salvini rinforza i concetti espressi a Radio Anch’io parlando delle priorità del programma di governo asserendo che la principale sia abbassare le tasse come c’è scritto nel contratto di governo, una tassa unica per le famiglie e le imprese che è l’unico modo per far correre l’Italia”. Nello stesso ambito, toccando un altro grande tema che già diventato oggetto di profonde discussioni in giornata, ovvero quello dell’abuso d’ufficio: “Io voglio scommettere sulla buona fede degli italiani, degli imprenditori, degli artigiani, dei sindaci. Abbiamo una burocrazia e una paura di firmare atti, aprire cantieri e sistemare scuole, ospedali. Assolutamente”. Sull’argomento ha tuonato in replica Di Maio. “Ho sentito dire da qualcuno che questo reato lo si vuole abolire. È forse un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore da una condanna?”, ha detto via social il ministro. “Io dovrei stare zitto davanti a queste affermazioni? Dovrei stare zitto davanti a chi apre ai raccomandati, a chi chiude le porte al merito, a chi favorisce qualcuno solo perché ha avuto qualcosa in cambio? E poi ci lamentiamo dei cervelli in fuga e dei nostri ragazzi che devono espatriare per cercare un lavoro?” Da contraltare, ecco le altre parole di Salvini. “Bisogna togliere burocrazia, togliere vincoli, fare, liberare Se per paura che qualcuno rubi blocchiamo tutto e allora mettiamo il cartello ’affittasi’ ai confini dell’italia e ci offriamo alla prima multinazionale cinese che arriva. Se uno ruba e lo becco, lo metto in galera e se ruba da pubblico ufficiale si prende il doppio della pena ma non possiamo per presunzione di colpevolezza bloccare tutto”.

    Aggiornamento ore 11.44

    Nuovi elementi di contrasto, gli ennesimi, tra tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sull’abuso d’ufficio. Il ministro dell’Interno a Radio Anch’io annuncia di voler abolire questo reato, che blocca l’Italia: “Io voglio scommettere sulla buona fede degli italiani, degli imprenditori, degli artigiani.”, ha detto Salvini. “L’abuso di ufficio è un reato in cui cade spesso chi amministra, è vero ma se un sindaco agisce onestamente non ha nulla da temere. Non è togliendo un reato che sistemi le cose.”, ha replicato Di Maio. Il quale poi si è rallegrato della reazione moderata di Salvini. “Mi fa piacere che Salvini abbia fatto marcia indietro sul reato di abuso d’ufficio. “Adesso vuole migliorarlo e c’è una bella differenza” ammette, paragonandolo alla volontà di abolirlo.  Sullo sfondo, intanto, restano le parole di Giorgetti: “In giugno verrà la grandine. E i più   deboli ed esangui saranno i primi a cadere…C’è un clima come quello appena prima dell’arrivo del governo Monti.”, fa trapelare Giancarlo   Giorgetti, numero due della Lega, al Corsera.
    Aggiornamento ore 16.43

    ds