Home ATTUALITÀ Sanità, da Fondazione Roma 2,5 mln a Bambino Gesù

    Sanità, da Fondazione Roma 2,5 mln a Bambino Gesù

    La Fondazione Roma ha destinato una somma di 2,5 milioni di euro all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per realizzare due importanti progetti: un innovativo robot per facilitare il recupero motorio dei bambini e un sofisticato strumento per la diagnosi avanzata dei tumori. La sede di Palidoro, sul litorale laziale, ospiterà il dispositivo robotico per la riabilitazione motoria, mentre la Pet-Tac di ultima generazione sarà collocata nella sede centrale del Gianicolo, a Roma.

    “Ancora una volta – commenta il presidente del Bambino Gesù, Tiziano Onesti – la Fondazione Roma si è dimostrata generosa e lungimirante andando a finanziare progetti dall’alto valore innovativo e assistenziale”. “Grazie al Bambino Gesù – afferma il presidente della Fondazione Roma Franco Parasassi – per l’impagabile lavoro che svolge con dedizione ed estrema professionalità a favore della salute dei pazienti più piccoli e fragili”.

    Il primo progetto riguarda il “Lokomat”, un avanzato strumento per il trattamento riabilitativo delle patologie congenite e acquisite del sistema nervoso e muscolo scheletrico. Già utilizzato presso la sede di Santa Marinella grazie a un precedente finanziamento della Fondazione Roma, il nuovo Lokomat V6 per la sede di Palidoro rappresenta un’evoluzione del modello precedente, potenziando così l’offerta assistenziale riabilitativa dell’ospedale.

    Il Lokomat è essenzialmente un robot adattabile alla crescita degli arti dei bambini a partire dai 3 anni. Controlla in tempo reale ogni fase del passo, supportando e correggendo i movimenti delle gambe dei piccoli pazienti. Composto da un esoscheletro indossato dal bambino, un tapis roulant, un sistema di alleggerimento dei pesi durante la deambulazione e un sistema di realtà virtuale abbinato, il Lokomat offre un approccio innovativo alla riabilitazione. L’utilizzo della realtà virtuale stimola la motivazione dei bambini, poiché si immedesimano nel loro avatar durante il percorso riabilitativo, rendendolo più coinvolgente e spesso più efficace, specialmente in percorsi riabilitativi di lunga durata.