Sottosegretario Siri nei guai: accusa di corruzione

    La procura di Roma ha indagato per corruzione Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture e membro del Senato in quota Lega. Il senatore, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto denaro per manomettere una norma del Def: ’Respingo ogni accusa, chiedo di essere ascoltato’. Siri avrebbe intessuto relazioni frequenti con “faccendiere”, indagato da diverso tempo dalla Dia e dai magistrati dell’antimafia palermitana. Si tratta di Paolo Arata, docente universitario ed ex deputato di Forza Italia, in rapporti con il “re” dell’eolico Vito Nicastri, attualmente ai domiciliari perché ritenuto in affari con il boss Messina Denaro. Sono stati i pubblici ministeri siciliani a trasmettere ai pm romani il filone dell’inchiesta, che tratta proprio i movimenti e i legami che questo soggetto ha intrattenuto nella capitale, probabilmente a caccia di protezioni politiche e sostegni di varia natura per svolgere le sue numerose attività.

    Sottosegretario Siri nei guai: si indaga su un faccendiere siciliano

    A mettere nei guai Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture e senatore della Lega, indagato per corruzione, sarebbe quindi Paolo Arata, già nel mirino dell’antimafia di Palermo. I suoi movimenti sarebbero stati documentati con decine di intercettazioni e pedinamenti, disegnando un quadro abbastanza ambiguo e che riguarda in particolare la permeabilità delle istituzioni di fronte a tale soggetto. Siri gode di una discreta fama in quanto teorico della Flat Tax, oltre che consigliere diretto in materia economica di Matteo Salvini. Risale a quattro anni fa un’altra vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista, culminata con un patteggiamento per bancarotta. Stamattina sono partite alcune perquisizioni da parte dei procuratori aggiunti di Palermo e Roma, Paolo Guido e Paolo Ielo: il tentativo è quello di far luce sugli appalti, andando a caccia di documenti e atti, per scoprire se vi siano prove di illeciti in merito alle autorizzazioni per gli impianti energetici, un settore che nell’isola siciliana vale un mercato da dieci miliardi. Le indagini sul faccendiere hanno dimostrato che intrattenesse dei rapporti economici con un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, tratto in arresto dalla Dia: proprio tali rapporti hanno fatto emergere la vicenda, in quanto il faccendiere, insieme ad altre persone, sarebbe stato utilizzato dal condannato per mandare avanti i propri affari