Svezia, alla scoperta del giovane leader sovranità Akesson

    A neanche 40 anni la Svezia vede il capo del futuro. Jimmie Akesson, il giovane leader della Sverige Demokraterna, SD, i sovrani di Stoccolma, è riuscito a imporre l’immigrazione, il crimine e il referendum, se rimanere o meno nell’Unione europea, come temi centrali delle elezioni generali che si terranno nel paese il 9 settembre. Viaggia instancabilmente attraverso il paese del nord da un’estremità all’altra, rimane pochissimo tempo per la sua compagna Louise Erixon e il piccolo Nils, il figlio di 5 anni. Ma molti dicono che ne vale la pena: secondo nei sondaggi e alcuni anche prima, avrebbe già vinto. I socialisti al potere e al centro destra parlano bene davanti per tenerlo fuori dal futuro governo, ma la crisi del mitico modello svedese (welfare e competitività, più “lagom”, una filosofia di vita che è un misto di spirito di solidarietà e la soddisfazione di ciò che si ha) è in crisi terminale.

    “Siamo l’unica festa antimigrante sincera”, ha detto Jimmie alla radio pubblica. “Gli altri parlano di linea dura e ordinano copiando le nostre proposte”, ha aggiunto. Promette che sul futuro della Svezia in Europa dovrà decidere il popolo sovrano: è la prospettiva di uno Swexit, che in caso di una vittoria senza successo sarebbe uno tsunami geopolitico da cui l’Unione Europea andrebbe male.

    Convinti sempre più elettori, i giovani ex “moderati” (sono conservatori per buoni svedesi) che sembra molto simile a Matteo Salvini e Victor Orbán, a Marine Le Pen ea Jaroslaw Kaczynski. E che ha girato a destra ed è entrato e si è imposto nella SD negli anni Novanta, quando avevano ancora radici nei precedenti movimenti filo-nazisti di Stoccolma, nella supremazia bianca e nel nazionalismo nordico. Fu lui a dare il via alla festa, a mettere il vestito a doppio petto. Con Jimmie e la sua Louise accanto alla SD hanno preso le distanze dall’ultra-uniforme degli spettacoli in uniforme. E gettarono nella spazzatura il simbolo storico, una fiamma con i colori nazionali che evocavano quella del Front national francese o del vecchio MSI italiano. Ora logo, bandiera e colori sono fiori gialli su un rilassante sfondo blu, colori nazionali.

    “Lavoriamo così bene e gli altri così male che possiamo farcela”, afferma Paula Bieler, membro della direzione della SD. Con i suoi discorsi quotidiani per una politica anti-migranti, la tolleranza zero contro il crimine e le critiche all’UE, Jimmie conquista per lo più lavoratori del consenso, storicamente una riserva di socialdemocrazia, il primo partito da un secolo e un perdente annunciato. Un quarto dei membri del sindacato sono con Jimmie. Telegenico e un grande comunicatore aiutato da Donald Trump, secondo il quale “la Svezia è nel caos di stranieri e criminali e non ci sono zone in cui andare”, Jimmie ha convinto almeno un quarto dei membri del LO, il potente sindacato del centro. speso nel passato in scommesse online più del reddito annuale Ma come questo: non importa che l’economia funzioni: criminalità e stranieri fanno paura, con Jimmie il vento di Salvini e Orbán sta soffiando velocemente anche a Stoccolma.