TERREMOTO – NON ESCLUDENDO ALTRE FORTI SCOSSE, IL PRESIDENTE DELL’INGV SPIEGA: ‘IL FENOMENO PUÒ DURARE A LUNGO MA NON È UNA ZONA INABITABILE, OCCORRE PREVENZIONE’

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    “L’Appennino si sta allargando di circa 4 millimetri l’anno, quindi ogni secolo si allarga di 40 centimetri, ed in 3 secoli si estende di 120 centimetri, in modo più o meno irregolare”. Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, spiega ai giornalisti cosa sta accadendo nell’area sconvolta dal sisma. “Tutto il sistema si sposta da Ovest verso Est, dal Tirreno all’Adriatico, la fascia Appenninica è in estensione diffusa, si trova su una zona di subduzione ed il suolo precipita per gravità”, osserva il geologo e accademico dei Lincei, ’disegnando’ alcuni degli eventi geologici all’origine dei terremoti di quell’area. Ed in questo movimento, ha proseguito Doglioni, “fette di crosta collassano per riequilibrare questo disequilibrio che si è generato nel corso dei secoli. I sensori della rete sismica nazionale– afferma il presidente dell’Ingv -hanno rilevato tutti i terremoti accaduti dal 24 agosto scorsonell’area dell’Appennino centrale e, dalle rilevazioni, si vede che si tratta di una faglia estensionale, una faglia attiva che arriva alla rottura quando il blocco di crosta terrestre che viene disteso, collassa. Gli eventi sismiciche si sono verificati in Appennino centrale,potrebbero durare a lungo e” non si possono escludere altri terremoti importantima – sottolinea Doglioni – non è una zona inabitabile, dove non si può o non conviene vivere più, nè va evacuata, anzi, tutto deve essere ricostruito anche se con stringenti criteri antisismici, altrimenti sarebbe come pensare di evacuare la California o il Giappone. Quello che osserviamo adessosembra essere un’evoluzione dopo 7 anni del sisma che ha colpito L’Aquilanel 2009 – spiega ancora – Il caso de L’Aquila -ha proseguito il geologo- ci ha insegnato tantissimo sui terremoti, abbiamo potuto studiare i fenomeni che lo hanno provocato”. Nel caso del terremoto de L’Aquila, ha detto ancora, “ci fu una fase preparatoria, un periodo di scosse minori fino all’evento che ha provocato la terribile scossa del 6 aprile del 2009, mentrenel caso di Amatrice non ci sono state scosse precedenti.Si sviluppano “terremoti più energetici dove c’è una tettonica attiva ma le faglie sono più bloccate”. E qui Doglioni ha tenuto ad evidenziare l’importanza dei “dati ricevuti dai satelliti Sentinel, Cosmo-SkyMed e Alos sono dati importanti per vedere e studiare le distorsioni del terreno e capire cosa è avvenuto”. Nello specifico del terremoto che ha colpito l’Appennino Centrale”l’Italia è stata colpita al cuore” ha detto Doglioni nel corso dell’incontro cui ha preso parte anche la direttrice della Struttura Terremoti dell’Ingv, Daniela Pantosti. Con questo sisma, l’Italia è stata colpita al cuore in tutti i sensi, sia per l’alto numero delle vittime, circa 300, che per le conseguenze prodotte. L’economia di quelle aree è oggi in ginocchio, lo stato sociale, gli ospedali, le scuole, le attività produttive, sono state gravemente danneggiate” ha aggiunto il geologo e accademico dei Lincei. Ma, nonostante questo scenario, il presidente dell’Ingv ha sottolineato che però “non è una zona inabitabile, dove non si può o non conviene vivere più, “nè va evacuata”.Anzi, “tutto deve essere ricostruito anche se con stringenti criteri antisismici” altrimenti “sarebbe come pensare di evacuare la California o il Giappone” ha sottolineato il presidente dell’Ingv rispondendo ai giornalisti stranieri che gli chiedevano se non fosse meglio non costruire più, non abitare più nelle aree dell’Appennino Centrale colpite dagli eventi sismici. In definitiva, purtroppo, “con i terremoti si deve imparare a convivere maserve molta ricerca per studiare e conoscere sempre meglio questi eventi e, nonostante le competenze raggiunte dai ricercatori italiani, per fare una seria opera di prevenzione,servono più fondi alla ricercaitaliana sui terremoti”. Infine, congedandosi dai giornalisti, il presidente dell’Ingv ha concluso che”assicurare i beni, le case in un’area a rischio sismico è un tema sul tavolo da molti anninel nostro Paese e che ci sono italiani che stanno assicurando le loro case, ma l’Appennino è un’area soggetta a spopolamento, ed il tema è complesso”…