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Ucraina, dal referendum oltre il 97% i sì all’annessione. L’osservatrice italiana: “Hanno votato felici”

Come ormai tutti sapranno, oggi si sono concluse le votazioni inerenti ai referendum – definiti da Kiev ‘farsa’ – per l’annessone alla Russia, iniziati lo scorso venerdì nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia.

Ebbene, quello che è emerso, è che ben il 97% degli elettori si è professato favorevole all’annessione.

Referendum, l’osservatrice italiana: “Non ho visto nessuno votare sotto la minaccia delle armi, anche se non so poi dietro cosa succeda”

Certo, come ripetuto più volte, ‘la verità’ è a noi sconosciuta, dovendo basarci su quanto viene riportato dai pochi media presenti (e spesso di parte), e dunque non possiamo certo noi giudicare quanto sta realmente accadendo in questi territori. Tuttavia, una dei nostri 13 ‘osservatori’ giunti nelle aree interessate dal voto, Graziarosa Villani (giornalista del settimanale ‘L’Ortica del Venerdi’), ha testimoniato che, sì, probabilmente sarà ancheUn voto anomalo, ma non ho visto nessuno votare sotto la minaccia delle armi, anche se non so poi dietro cosa succeda“. 

Referendum, l’osservatrice italiana: “Sono stata invitata dal Center for International Interaction and Cooperation di Mosca”

Come ha raccontato la Villani, chiamata lo scorso 20 settembre ad esercitare il suo ruolo dal ‘Center for International Interaction and Cooperation’ di Mosca, attraverso uno specifico documento firmato dalla direttrice Maria Prokofieva, “Siamo partiti la sera del 22 settembre per Istanbul e da lì a Mosca. Poi a bordo di un aereo militare abbiamo raggiunto Rostov e poi chi il Donbass e chi, come me, la Crimea“.

Referendum, l’osservatrice italiana: “Gli osservatori non hanno ricevuto denaro dai russi, che hanno provveduto ai costi del soggiorno”

Inoltre, ha tenuto a precisare ancora l’italiana, “Gli osservatori non hanno ricevuto denaro dai russi, che hanno provveduto ai costi del soggiorno, in un hotel in centro a Simferopoli, la principale città della Crimea”. Il gruppo di osservatori provenienti dall’Italia è stato quindi accolto e coordinato da Vito Grittani, noto comeambasciatore italiano presso l’autoproclamata Repubblica di Abkhazia“, riconosciuta al momento da cinque Paesi al mondo.

Referendum, l’osservatrice italiana: “Temevo attacchi dalle forze ucraine, per questo eravamo sempre scortati da due soldati”

Per due giorni – prosegue l’italiana, rivelando di aver tenuto attacchi da parte delle forze ucraine – abbiamo seguito le operazioni di voto spostandoci tra la Crimea, dove hanno votato i profughi russi, e Zaporizhzhia, due territori divisi da posti di blocco ai quali i russi controllano i passaporti“. Certo, come detto paura ne ha avuta, anche perchéVenti persone sono morte durante l’organizzazione del referendum. Con noi c’erano sempre un paio di soldati per la nostra sicurezza“.

Referendum, l’osservatrice italiana: “Sono venuta a titolo personale per vedere quello che sta succedendo. Siamo osservatori ufficiosi”

Riguardo alla sua presenza in quei luoghi, la giornalista tiene a rimarcare cheSono venuta a titolo personale per vedere con i miei occhi quello che sta succedendo. Siamo osservatori ufficiosi, non certifichiamo nulla. I russi ci hanno solo fatto riempire un questionario e c’erano persone da tutto il mondo, dallo Zimbabwe alla Cina, dal Brasile all’Egitto“.

Referendum, l’osservatrice italiana: “L’ organizzazione è stata notevole, si vota per casa per casa, e si firma un registro elettori”

Dunque, vista anche la sua esperienza come presidente di seggio, in merito alle dinamiche del voto, la Villani non ha potuto che notare lanotevole organizzazione. Innanzitutto, si vota per casa per casa. I funzionari si presentano con le urne trasparenti a tracolla ai domicili delle persone che sanno essere russe e fanno votare con la penna invece che con la matita indelebile. Dopo fanno anche firmare un registro agli elettori“.

Referendum, l’osservatrice italiana: “Non ho visto nessuno votare sotto minacce. Anzi ho visto persone che mi sembravano felici”

Dunque, ribadisce, di “non aver visto nessuno votare sotto minacce. Anzi ho visto persone che mi sembravano felici, orgogliose di votare sì all’annessione. In alcuni seggi si stava più attenti al voto segreto, in altri meno“.

Max