VENEZUELA – MOLOTOV CONTRO LA CORTE SUPREMA CHE DICHIARATO ‘INAMMISSIBILE LA DENUNCIA DEL PROCURATORE GENERALE LUISA ORTEGA DIAZ CONTRO MADURO

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    È ormai un Paese in agonia il Venezuela, che da oltre due mesi sta contando le crescenti vittime della dura protesta esplosa nelle piazze (ad oggi sono 70 i morti), e pagando caramente le conseguenze di una gravissima crisi economica e sociale, evidenziata dalla scarsità di beni essenziali come cibo e medicine. Ed oggi le proteste si sono riaccese in maniera cruenta a Caracas, dove sono state lanciate diverse molotov contro la sede della Corte Suprema. I duri scontri con le forze dell’ordine hanno al momento già prodotto decine di feriti. I manifestanti si sono rivolti contro il palazzo della Corte Suprema, che dichiarato ‘inammissibile la denuncia del procuratore generale Luisa Ortega Diaz contro il presidente’. Deciso a convocare un’assemblea costituente. Come hanno riportato diverse agenzie locali, Nicòlas Maduro in questo modo intenderebbe sedare le proteste dei cittadini venezuelani. Tuttavia l’opposizione continua ad accusarlo di portare il paese verso la dittatura. Un timore, una certezza, condivisi da ciascun cittadino ma anche da diversi latinoamericani rifugiati oltreconfine. Nello specifico Luisa Ortega Diaz – ai tempi alleata di Maduro – ha chiesto la sostituzione di ben 33 magistrati della Corte Suprema, per altro designati dal parlamento uscente nel 2015, due settimane prima dalla vittoria dell’opposizione. Intervenendo ai microfoni di ‘Union Radio’, la Ortega ha tenuto a ribadire che la designazione dei magistrati è stata viziata da “mancanza di legittimità in origine, che avrebbe nel tempo influenzato le performance del tribunale supremo, a tal punto da renderlo un ostacolo alla pace nel Paese”. Ora ‘la palla’ passa all’Assemblea Nazionale, che darà così inizio al dibattito parlamentare per la designazione di nuovi magistrati alla Corte Suprema. Speriamo nel frattempo basti a fermare le marce dei manifestanti ed i conseguenti duri scontri con gli agenti.

    M.