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Vertice di governo: work in progress

Di Maio Salvini

Importanti momenti di discussione in seno alla maggioranza. A cavallo degli esiti elettorali, Conte, Di Maio e Salvini provano a fare il quadro della situazione attuale sia governativa, che più in generale in merito all’Europa.

Tanti i temi all’ordine del giorno in seno all’Esecutivo, con il vicepremier M5S che ritiene, ad esempio, doveroso attendersi il “sì della Lega a salario minimo”. Ma sul banco dei temi, c’è sicuramente anche quello delle nomine Ue e quello dei rimpasti eventuali.

Conte, Di Maio e Salvini studiano l’agenda di governo

Un incontro cruciale, quello tra il premier Giuseppe Conte e i due vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Tra gli argomenti caldi ovviamente quello delle nomine in Europa e le scelte operative dell’Italia nei riguardi della Commissione Ue, sugli indirizzi per la riduzione del debito.

Mentre infatti Conte temporeggia, sia Salvini che Di Maio hanno detto di non voler sottostare in modo passivo alle logiche di Bruxelles. Dall’altro canto, Matteo Salvini ha già assicurato tutti di non voler usare l’ennesimo successo elettorale in queste amministrative per creare dissidi interni al governo o chiedere poltrone.

Il suo obiettivo è “pagare i debiti e tagliare le tasse”. Ma Salvini al contempo sostiene:  “Se qualcuno pensa di stare al governo per tirarla in lungo o crescere dello zero virgola, non è quello di cui abbiamo bisogno. Gli italiani ci chiedono di lavorare di più”.

Aggiornamento ore 08,21

Nei temi dell’incontro al vertice del governo gialloverde c’è anche quello relativo a Luigi Di Maio e all’esigenza, da parte sua, di attendersi l’appoggio della Lega sul salario minimo, sulla riduzione delle tasse, così come sul taglio degli stipendi dei parlamentari.

Di contro c’è la bagarre, o presunta tale, sulle nomine Ue. Per questo le discussioni governative si terranno dopo i colloqui tra Conte e Manfred Weber, presidente del gruppo Ppe all’Europarlamento. Ma si parla anche di rimpasto, con dubbi intorno al ministero delle Infrastrutture, dell’Ambiente e della Difesa, che pare stiano per orientarsi verso la scia leghista. La stessa nomina del nuovo ministro delle Politiche Ue, viene chiesta dai leghisti.

“Mi aspetto risposte sul salario minimo e che la Lega ritiri gli emendamenti che provano a fermarlo. Mi aspetto l’accordo sull’abbassamento delle tasse con il carcere per i grandi evasori. Mi aspetto il sì alla lotta ai privilegi, perché siamo in ritardo sul taglio degli stipendi dei parlamentari”, ha detto Di Maio nelle scorse ore.

Aggiornamento ore 11.39

Matteo Salvini in una conferenza stampa ha chiarito i punti. “Il voto amministrativo non serve per battaglie politiche interne, non serve per cercare lo scontro: non abbiamo voglia di litigare o scontrarci con nessuno. Serve per cercare equilibrio nell’interesse degli italiani. Lo ribadisco e lo ribadirò al presidente del Consiglio”.

Poi il vice premier leghista conferma, in ambito europeo: “Non abbiamo voglia di scontrarci con nessuno. La nostra forza in Europa è che diamo tanto e riceviamo poco. Non abbiamo bisogno di chiedere soldi agli altri, chiediamo di poter aiutare la nostra gente”.

E poi ci sono i minibot, cassati da Tria. “A me interessa il risultato, lo strumento non conta. Bado alla sostanza e non alla forma. Sugli strumenti siamo pronti a raccogliere suggerimenti. A me interessa l’obiettivo”.

D’altro canto Salvini conferma la “ritrovata e mi auguro duratura sintonia” con Di Maio e chiarisce come la la Lega sia disponibile a discutere del “salario minimo per i lavoratori”. Ma il salario “lo pagano le imprese” e pertanto occorre provvedere ad una riduzione delle tassazioni per questo. Il finale, invece, è sulle sue pretese. Per Salvini non ci sono mire al ruolo di premier.

“Io ambisco a fare il ministro dell’Interno credo dignitosamente come ho fatto negli ultimi mesi. Ho dato la mia parola e ho firmato un patto”.

Aggiornamento ore 14.33