‘ACCISE CARBURANTI? IL POZZO DI S. PATRIZIO DA CUI IL GOVERNO ATTINGE IN CASO DI BISOGNO’, DENUNCIANO LE ASSOCIAZIONE DEI CONSUMATORI. LA CGIA: ‘DAL 2011 BEN 7 AUMENTI’

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    Non è piaciuta affatto alle associazioni dei consumatori la lettera che ieri il governo ha inviato alla Commissione Europea: “Come sempre, quando il Governo non sa dove reperire rapidamente e facilmente risorse per esigenze di bilancio, si attinge dal ’Pozzo di San Patrizio’ delleaccise sulla benzina“, affermarno attraverso una nota congiunta Rosario Trefiletti (Federconsumatori), ed Elio Lannutti (Adusbef). “Un modo come un altro – affermano i due – per determinare ricadute pesanti non solo sulle tasche dei cittadini ma anche, in termini generali, sull’intero sistema economico. Basti pensare al trasporto dei beni di consumo, che avviene per l’86% su gomma. È evidente che attingere risorse dalle accise si traduce in un’operazione depressiva, con ricadute dirette ed indirette per i cittadini. E’ indispensabile non aumentare di nemmeno un centesimo le accise”. Perché il Paese, aggiungono Trefiletti e Lannutti, “non ha bisogno di nuove misure recessive”. Una battaglia, quella al ritocco della tassazione sui carburanti, che trova pronto anche il Codacons: “Gli automobilisti italiani – denuncia il presidente Carlo Rienzi – sono senza dubbio la categoria più tartassata d’Europa”. Rienzi osserva che i governi di ogni colore politico succedutisi, negli anni “hanno fatto un uso intensivo delle accise sui carburanti per reperire risorse,tasse di scopoche vengonoadottate per risolvere emergenze del momentoma che non vengono più soppresse, continuando a pesare per sempre sulle tasche degli italiani”. In particolare, aggiunge ancora il presidente del Codacons, su quelle degli automobilisti, utilizzati come veri e propri “sportelli bancomat. lo dimostrano i numeri: tra il 2011 e il 2016 le accise sulla benzina sonoaumentate complessivamente del +29%mentre quelle sul gasolio sono rincarate addirittura del +46%; percentuali che salgono rispettivamente al +31% e +48% se si considera l’aumento dell’aliquota Iva dal 20 al 22%”. Una misura che trova ovviamente contraria anche la Cgia di Mestre, “contraria all’eventuale aumento delle accise sui carburanti ipotizzato in queste ore dal Governo”. E a tal proposito ricorda chedal 2011 ad oggisono stati contati ben 7 rincariche hanno fatto impennare del 29% le accise sulla benzina e addirittura del 46% per quelle applicate sul gasolio da autotrazione: “Attualmente, a causa del peso delle accise, ogni qual volta ci rechiamo presso un’area di servizio versiamo al fisco 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio”. Dal canto suo Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, tiene a sottolineare come “l’aumento delle accise innescherebbe il meccanismo delletasse sulle tasse. Ritoccandole all’insù, infatti, le accise andrebbero ad aumentare la base imponibile su cui si applica l’Iva. Per le casse dello Stato si tradurrebbe in un doppio vantaggio che, però, penalizzerebbe oltremodo gli automobilisti e gli operatori economici che usano i mezzi di trasporto per lavoro, come i trasportatori, i taxisti, i noleggiatori con conducente, gli agenti di commercio, gli idraulici, gli elettricisti e tante altre categorie artigiane”.

    M.