‘AD ALEPPO EST URGE UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO’: DURA DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI ITALIA, FRANCIA, GRAN BRETAGNA, GERMANIA, USA E CANADA CHE DENUNCIANO CRIMINI DI GUERRA

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    E’ “un cessate il fuoco immediato” quello che a gran voce richiedono i leader di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti e Canada in merito a quanto sta accadendo ad Aleppo est. La dichiarazione-appello congiunta sottolinea “l’urgente necessità adesso di un immediato cessate il fuoco per permettere alle Nazioni Unite di portare assistenza umanitaria alla popolazione di Aleppo est e di fornire soccorsi umanitari a quello che stanno fuggendo. L’opposizione ha accettato il piano in quattro punti dell’Onu per Aleppo e anche il regime deve farlo e lo deve fare con urgenza per alleviare l’atroce situazione ad Aleppo”. Nella dichiarazione dei sei leader, si fa appello anche a Russia e Iran perché “usino la loro influenza per far sì che questo accada”. Una denuncia, quella espressa dai leader, che evidenzia “il disastro umanitario che sta avvenendo sotto i nostro occhi: circa 200mila civili, tra cui molti bambini, ad Aleppo est non hanno cibo e medicinali, Aleppo è soggetta a bombardamenti ed attacchi di artiglieria quotidiani da parte del regime siriano, sostenuto da Russia e Iran. Non vengono risparmiati scuole e ospedali – prosegue la dichiarazione – Anzi, sembrano essere l’obiettivo di attacchi in un tentativo di sfinire la popolazione. Le immagini dei bambini che muoiono spezzano il cuore. Condanniamo le azioni del regime siriano e dei suoi sostenitori stranieri, in special modo la Russia per il blocco agli aiuti umanitari e condanniamo fortemente gli attacchi del regime siriano che hanno devastato strutture civili e mediche e usano barili bomba e armi chimiche”. E non andando tanto per il sottile, a suffragio di quanto denunciano, i sei Paesi non risparmiano al regime di Damasco l’eventualità di emettere nuove sanzioni: “Invitiamo tutte le parti in Siria a rispettare il diritto umanitario internazionale, compresa la Convenzione di Ginevra”, spiegano ancora nel la dichiarazione dove, fra gli altri, si evidenzia di come Ban Ki-moon (segretario generale delle Nazioni Unite), abbia già a suo tempo parlato di “crimini di guerra commessi in Siria. Non ci deve essere impunità per i responsabili – avvertono quindi i sei Paesi –  Chiediamo all’Onu di indagare sulle notizie in proposito e di raccogliere le prove perché coloro i quali commettono crimini di guerra siano ritenuti responsabili. Siamo pronti a considerare misure restrittive aggiuntive contro individui ed entità che agiscono per o per conto del regime siriano. Il rifiuto del regime di impegnarsi in un processo politico serio sottolinea anche la riluttanza di Russia e Iran a lavorare per una soluzione politica, nonostante le loro assicurazioni contrarie”. Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati e Uniti e Canada, sottolineano inoltre come Mosca “stia bloccando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che è così incapace di fare il suo lavoro e mettere fine alle atrocità. Noi – conclude infine la nota – sosteniamo gli sforzi dell’inviato speciale dell’Onu Staffan De Mistura per la ripresa del processo politico attraverso i negoziati. Solo un accordo politico può portare la pace alla popolazione in Siria”.

    M.