‘AGIREMO PER VIE LEGALI CONTRO FRONTEX CHE RICEVE ENORMI FONDI UE ED È INEFFICACE’, ANNUNCIA IL PRESIDENTE MSF, INSERITA NEL DOSSIER CHE INDAGA LE ONG NEL MEDITERRANEO

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    Come rivela oggi un articolo del Corriere della Sera, Carmelo Zucaro, procuratore di Catania, starebbe indagando sul dossier di Frontex (fortemente contestato dalle ong), secondo cui in 9 casi su 10, le organizzazioni non governative che intervengono nel Mediterraneo giungono in soccorso prima della chiamata della Gurdia Costiera o delle stesse imbarcazioni dove, tra gli scafisti, alcuni avrebbero già memorizzato nel telefoni satellitari i numeri di queste ultime. Modalità che in qualche modo interferirebbero con le indagini sui trafficanti. Nello specifico poi, Frontex ha studiato attentamente le rotte seguite dalle imbarcazioni di alcune ong e le modalità di avvicinamento alle acque libiche, ed ascoltato le numerose testimonianze di migranti sbarcati, dati che sono stati poi incrociati alle informazioni fornite da agenzie di intelligence di alcuni Stati. Inoltre, spiega il dossier, “prima e durante le operazioni di salvataggio alcune ong hanno spento i transponder per parecchio tempo”. In particolare poi, il report stilato dall’Agenzia europea, indica8 navi privatee le relative ong, elencate nell’articolo pubblicato dal quotidiano di via Solferino: ‘Sea Watch’ di SeaWatch.org che batte bandiera olandese (che porta fino a 350 persone); ‘Aquarius’ di Sos Mediterraneo/Medici senza frontiere di Gibilterra (capienza di 500 persone); ‘Sea Eye’ di Sea Watch.org dall’Olanda (portata a 200 persone); ‘Iuventa’ di Jugendrettet.org, bandiera olandese (100 persone); ‘Minden’ di Lifeboat Project tedesca (150 persone); ‘Golfo Azzurro’ di Open Arms da Panama (capienza di a 500 persone); ‘Phoenix’ di Moas con bandiera del Belize (400 persone); e infine ‘Prudence’ di Medici senza frontiere – con bandiera italiana – senz’altro la nave più grande con i suoi 1.000 posti disponibili. C’è però da sottolineare che lo stesso Zuccaro ha più volte sottolineato che non sono organizzazioni come MFS o Save The Children a suggerire sospetti ma, giustamente, l’inserimento di Medici Senza Frontiere nel dossier da parte di Frontex non ha certo onorato la mission dell’organizzazione italiana. A tal proposito il presidente di MFS, Loris De Filippi, intervenendo stamane ai microfoni di Radio Capital, ha annunciato azioni legali: “Porteremo avanti azioni legali contro chi ci diffama. Una struttura come Frontex, che riceve finanziamenti enormi da parte dei 28 Stati membri Ue ed è inefficace, è evidente che deve mettere sul banco degli imputati qualcun altro – denuncia de Filippi -Dire che abbiamo rapporti diretti coi trafficanti è un’accusa infamante. Noi non spegniamo i trasponder – tiene inoltre  a puntualizzare il presidente Italia di Msf – in oltre il 70% dei casi il sistema di coordinamento di Roma ci dice dove andare avvisandoci del naufragio. In altri casi abbiamo avvistato noi i migranti dalle nostre navi e poi abbiamo avvisato il rescue center di Roma che ci ha detto che fare. Non è possibile che si dica che i migranti arrivano da noi perché ci sono le Ong”.

    M.