‘ATTENZIONE AI SEGNALI DI SECESSIONE E AI FACILI POPULISMI’, IL CARDINALE BAGNASCO ALLA VIGILIA DEI TRATTATI DI ROMA TEME MANIFESTAZIONI VIOLENTE ED INVITA TUTTI ‘AD USARE BUONSENSO’

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    Urge prestare grande attenzione agli inquietanti segnali di “’secessione’, ai facili populismi, scorciatoie superficiali rispetto ai seri e complessi problemi che riguardano l’Europa, la nostra casa comune”. In un’intervista con l’Adnkronos, ilpresidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, alla vigilia delle celebrazioni per isessant’anni dai Trattati di Roma, lancia il suo avvertimento perché l’evento non rimanga una celebrazione fine a se stessa. Parlando di “un’occasione preziosa”, Bagnasco invita la politica a riappropriarsi di un solido “fondamentose non vuole andare avanti ’a tentoni’”. Il presidente della Cei si rivolge quindi a quanti si apprestano a dare vita a manifestazioni antieuropee (alcune delle quali che si annunciano potenzialmente violente), ad usare il “buon senso per un cammino comune”. Bagnasco giudica “positivo” il fatto che i 27 Paesi firmeranno una dichiarazione congiunta ma avverte: “Che nessuno venga dimenticato. Sicuramente lecelebrazioni per i 60 anni dell’Unione Europea qui a Romasono un’occasione preziosa per il cammino dell’Ue e anche per la consapevolezza del continente intero rispetto alla necessità di un cammino comune”, aggiunge ancora Bagnasco invitando tutti a non sottovalutare l’incalzare del populismi: “Naturalmente non dovrà essere solo una celebrazione esterna di un fatto storico e non dovrà perdere di vista la prospettiva per il futuro”. L’invito è “ad una seria riflessione del cammino importante fatto fino ad oggi, che ha portato anche ad importanti frutti di pace e di integrazione a diversi livelli ma che necessita di un serio esame approfondito. Specialmente alla luce dei segnali un po’ di ’secessione’, se così si può dire, di qualcuno o di populismi facili che a mio parere appaiono come scorciatoie superficiali e facili rispetto ai problemi seri e complessi che riguardano cammini di unificazione, di integrazione, di comunità che devono da una parte andare avanti al fine di una casa comune – l’Europa come casa comune – dall’altra devono essere anche rispettosi delle storie e delle identità nazionali dei singoli stati per una casa delle nazioni. Ciò che accade nella vita sia delle persone che dei popoli deve essere esaminato con serenità ma anche con serietà partendo dal presupposto che tutti nella vita, insieme e singolarmente, abbiamo da migliorare. L’Europa deve ancora nascere – commenta il cardinale all’Adnkronos – A mio parere deve riconoscere molto meglio il disegno dei Padri fondatori. Penso ad Adenauer, a De Gasperi, a Schuman che avevano una visione dell’Ue che partiva da un’anima spirituale che, nelle differenze delle singole nazioni, aveva però delle radici veramente unitarie e allora non si può non citare il Cristianesimo. Non si tratta di un’ostinazione del mondo cristiano, è l’ostinazione della storia, possiamo dire. Bisogna che l’Europa ripensi le proprie basi, che non possono essere economiche e prevalentemente finanziarie e neppure politiche, perché anche la politica o ha un fondamento a cui ispirarsi oppure credo che va avanti a tentoni, sospinta da esigenze e urgenze ed esigenze del momento”. Ad avviso del presidente dei Vescovi, che amplia la riflessione non solo al mondo cattolico, ma anche ortodosso, “bisogna ripensare questo fondamento e non avere paura della dimensione religiosa perché la religione non è contro la democrazia o contro l’uomo. Al contrario, proprio perché Dio è il Dio dell’amore e della giustizia è la migliore garanzia per la dignità umana che sta a cuore ad ogni buona politica e anche all’Unione Europea. E’ certamente positivo sedersi attorno allo stesso tavolo e parlarsi con intelligenza. Questa nuova visione o metodo delle ’due velocità’ da una parte deve rispondere al rispetto delle situazioni dei diversi Stati membri, dall’altra non va dimenticato il rischio che ’due velocità’ vogliono dire che qualcuno cammina di più e qualcuno di meno e quest’ultimo non deve rimanere sulla strada o essere dimenticato”. Ecco perché, insiste Bagnasco, occorre “avere lucida consapevolezza del duplice valore: rispetto per le situazioni concrete e che nessuno rimanga indietro. Poi se c’è l’onestà intellettuale di riconoscere il valore, il pregio ma anche il rischio le cose si possono affrontare”. Intanto domani (giovedì) alle 19, nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, Bagnasco presiederà una veglia di preghiera: “Chiederemo il dono dello Spirito Santo a tutti i responsabili e a tutti i popoli del continente europeo. E nella mia piccola omelia – anticipa – richiamerò la bellezza e la necessità dell’ unità e la saggezza di una sapienza perché l’unità non sia avvertita da nessuno come un’ imposizione o un peso. Al contrario, un accompagnamento e uno sviluppo”.

    M.