‘CIAO MAMMA, GRAZIE PER TUTTO QUELLO CHE MI HAI DATO’, L’ADDIO TELEFONICO DI GLORIA, DISPERSA CON MARCO. IL ROGO PARTITO DAL IV PIANO: L’INQUILINO HA FATTO LA VALIGIA ED È FUGGITO VIA

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    Ciao mamma, grazie per tutto quello che mi hai dato Ciao mamma, grazie per tutto quello che mi hai dato Dunque come confermato dalla Farnesina (che ieri sera ne ha fornito le identità), le uniche vittime – o meglio, al momento: dispersi – italiane all’interno della Grenfell Tower  sono due giovani fidanzati veneti: Gloria Trevisan (27enne di Camposampiero, in provincia di Padova), e Marco Gottardi (27enne di San Stino di Livenza, in provincia di Venezia), che  abitavano, al penultimo piano del grattacielo andato in fiamme. Dunque è stata ‘scartata’ l’affermazione dell’agente immobiliare Beatrice Antoni, che nel corso di un collegamento da Londra con Radio24, aveva raccontato che nel grattacielo c’erano due famiglie di italiani con dei bambini. Intanto sono state diffuse le drammatiche testimonianze degli ultimi istanti di vita dei nostri due connazionali, attraverso il racconto dei loro parenti più cari: “Ciao mamma, grazie per tutto quello che mi hai dato”, avrebbe detto al telefono, prima che cadesse la linea,Gloria Trevisan, mentre l’appartamento andava saturandosi di fumo denso ed acre. Una drammatica chiamata, rivelata dall’avv. Maria Cristina Sandrin, legale della famiglia Trevisan, che incontrando i giornalisti ha affermato, “purtroppo, non ci sono motivi per sperare che sia viva. La situazione è delicata – ha spiegato il legale – la famiglia è nello strazio, è molto provata, chiede di essere lasciata in pace, e la sua unica preoccupazione ora è quella di portare a casa i due ragazzi. A Londra è arrivato il fratello Marco e con l’aiuto dell’ambasciata li sta cercando, ma i soccorritori sono arrivati solo fino al 20esimo piano mentre loro abitavano al 23esimo per cui mancano ancora tre piani”. Dal canto suo Giannino Gottardi, padre di Marco, ha aggiunto: “Siamo in costante contatto con la Farnesina e con i familiari di Gloria. Con il passare delle ore le nostre speranze, già ridotte al lumicino, stanno diminuendo, ma fino a che non ci diranno di aver ritrovato i nostri ragazzi continuiamo a credere nel miracolo. Per il momento non partirò per Londra – ha aggiunto il poveruomo – non me la sento di lasciare mia moglie da sola – ha spiegato – lì c’è già il fratello di Gloria che sta amplificando i nostri appelli, anche attraverso i social, e prova in ogni modo a trovare tracce sulla sorte dei nostri cari”. Anche il sindaco di Camposampiero, Katia Maccarrone, ha riferito all’agenzia di stampa Adnkronos: “Ho parlato con il nonno. Sono molto preoccupati, sono disperati: l’hanno sentita proprio mentre è iniziato l’incendio, ha chiamato a casa per dire che stava divampando, poi non sono riusciti più a parlarle. Sono ore di angoscia – ha sottolineato la Maccarrone. Costantemente in contatto con la Farnesina – Gloria Trevisan era Londra da un paio di mesi per cercare lavoro. E proprio domani doveva tornare a casa”. Gloria, laureta con 110 e lode in Architettura – come Marco – aveva deciso di cercare fortuna a Londra perché, ripeteva, in Italia mi offrono 300 euro al mese. Intanto stamane, tornando agli già accertati 17 morti, il tabloid ‘The Sun’ ha riportato la testimonianza di un’inquilina del IV piano della Grenfell Tower, che ha acceso molte perplessità. La 41enne ha raccontato che intorno alla mezzanotte e 50, è stata svegliata dalla porta: era il suo vicino che, con in mano un borsone zeppo di vestiti, avvisava che era in corso un incendio. L’uomo infatti prima avrebbe raccolto i suoi effetti personali e, preparati i bagagli, avrebbe poi lanciato l’allarme. Guarda caso, ma siamo ancora nel campo delle supposizioni, le fiamme sembra siano partite dal malfunzionamento di un frigorifero ubicato proprio al quarto piano: all’interno  dell’appartamento dove viveva – se accertata la dinamica dei fatti – l’inquilino ‘codardo’. “L’incendio era piccolo, all’interno della cucina – ha raccontato ancora la donna – L’ho potuto vedere perché la porta dell’appartamento era aperta. Siamo passati davanti e andati via manon c’è astato alcun allarme sonoro, se non mi avesse bussato non so cosa mi sarebbe successo”.

    M.