‘IN ALCUNI CASI LA TORTURA FUNZIONA’ COSÌ TRUMP INTENDE CONTRASTARE ‘LE DECAPITAZIONI MEDIEVALI’ DEL SEDICENTE STATO ISLAMICO. ‘MA ASPETTO L’OK DI CIA E PENTAGONO’

    TYP-400614-3790769-waterboarding01g.jpg (330×250)

    Anticipando una serie di bozze di nuovi ordini esecutivi sulla riapertura delle prigioni segrete della Cia, e la ripresa dei cosiddetti metodi di interrogatorio duro (tra questi il terribile waterboarding), la stampa ha gelato l’America dei democratici, ‘abituati’ ai toni soft ed umanitari di Obama. Ed intervistato dall’Abc Donald Trump con grande tranquillità ha confermato questa sua misura contro il terrorismo: “sono convinto che in alcuni casi la tortura assolutamente funzioni”. Il presidente ha spiegato che “alti ufficiali dell’intelligence” gli hanno assicurato che la tortura funziona ma, in ogni caso si affiderà al giudizio del direttore della Cia, Mike Pompeo, e del capo del Pentagono, il generale Mattis. “Mi affiderò a Pompeo e Mattis e al mio gruppo e se loro non vorranno, va bene, ma se verranno io mi impegnerò a renderlo possibile, voglio che sia fatto tutto nell’ambito di quello che è legalmente possibile”, ha aggiunto il presidente, che sembra comunque deciso a proseguire: “Ho parlato nelle ultime 24 ore con persone ai più alti livelli dell’intelligence ed ho chiesto loro: la tortura funziona? E la risposta è stata assolutamente sì”. Una ‘misura’ la sua, ancora una volta ‘giustificata’ come risposta della brutalità dello Stato Islamico: “Quando tagliano la testa dei nostri e di altri, solo perché sono cristiani in Medio Oriente, quando lo Stato Islamico fa cose di cui nessuno ha sentito dai tempi del Medioevo, cosa dovrei pensare del waterboarding?Per quanto mi riguarda, dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco”.

    M.