‘INCOLPARE I LAVORATORI VA DI MODA, MA NON AIUTA A RISANARE L’AZIENDA’, FASSINA REPLICA AL DG DI ATAC

    In replica alle dichiarazioni del direttore generale Atac, Bruno Rota, rilasciate nel corso di un’intervista al ‘Corriere della sera’ in merito alla vicenda dell’azienda di trasporto pubblico della Capitale, a breve giro è giunto l’interessante risposta firmata da Stefano Fassina, consigliere comunale di Sinistra per Roma. “Su Atac, ringraziamo il dottor Rota per aver squadernato la gravità delle condizioni finanziarie dell’azienda di trasporto pubblico di Roma. Ci saremmo aspettati che una simile iniziativa fosse presa da chi ha responsabilità politiche – esordisce Fassina – Da mesi continuiamo a chiedere un consiglio comunale straordinario su Atac al fine di individuare soluzioni, non soltanto denunciare i problemi. Ma la Sindaca e la maggioranza M5S hanno continuato a rinviare. Dopo l’intervista di oggi e la previsione da parte del Direttore Generale di Atac che ‘non si possa andare oltre un paio di settimane’ per arrivare a una procedura fallimentare, il consiglio straordinario va convocato con urgenza all’inizio della prossima settimana. Con rispetto, suggeriamo al dott. Rota di allargare l’analisi su Atac ai problemi strutturali. Il dott Rota – denuncia ancora il consigliere comunale – avrebbe potuto ricordare che larghissima parte del debito di Atac deriva dall’azzeramento prima e da un lento e parziale ripristino poi dei trasferimenti che la Regione Lazio, come tutte le regioni, deve all’azienda in base a quanto previsto da legge nazionale. Avrebbe potuto ricordare che Roma, a causa degli scempi urbanistici compiuti negli ultimi decenni, ha una superficie pari a 7 volte quella di Milano ma poco più del doppio di abitanti, quindi una densità abitativa pari al 30% rispetto a Milano e un rapporto ricavi/costi difficilissimo. Avrebbe anche potuto ricordare che Roma ha per un km di strada 122.000 euro, mentre Milano ha 1,5 milioni di euro. Infine, avrebbe potuto ricordare l’assenza di corsie preferenziali e una congestione ordinarie delle strade che soltanto una massiccia cura del ferro può migliorare. Indicare i lavoratori come la fonte di tutti i guai va di moda, ma non aiuta a risanare l’azienda”.
    M.