Rinnovando anche per i prossimi 10 anni le sanzioni sullIran (con una maggioranza schiacciante di 419 voti favorevoli contro un solo contrario), il Senato degli Stati Uniti ha sollevato la dura reazione del ministero degli Esteri iraniano che, attraverso una nota diffusa dalla tv di stato di Tehrean, ha definito questa sanzione una violazione dell’accordo raggiunto tra le parti sul programma nucleare di Teheran. Ma in realtà gli iracheni sono consci del fatto che tali sanzioni possono essere estese a pesanti restrizioni nei campi della difesa, ma a livello bancario ed energetico. E in tal senso Ali Khamenei, leader supremo, nei giorni scorsi aveva bacchettato il presidente iraniano Hassan Rohani, reo di aver adottato una politica eccessivamente aperta rispetto alla questione del nucleare: ’’L’Occidente non rispetta questo accordo, mentre alcuni funzionari iraniani sono corsi a firmarlo’’, ha detto. Nonostante i negoziati sulla revocazione delle sanzioni, il Congresso americano ha scelto di estenderle con il pretesto che si tratta solo della continuazione di un bando precedente e non dell’imposizione di uno nuovo’.Non ci sono differenze tra l’imposizione di un nuovo divieto o la continuazione di uno precedente ha aggiunto ancora Ali Khamenei – La seconda è una negazione esplicita di quello che è stato precedentemente concordato con gli americani’’, per questo, a suo dire, quanto stabilito dalla Camera dei rappresentanti di Washington – di estendere di altri dieci anni le sanzioni contro Teheran – è per il leader supremo una violazione dell’accordo sul nucleare. Ora poi, a complicare ulteriormente il già di per se ostico rapporto fra Iran ed Usa, la fresca nomina da parte di Trump dellex generale James Mattis come futuro segretario alla Difesa. Lalto ufficiale americano infatti è da sempre schierato contro la politica irachena, e questo cè da giurarci avrà sicuramente un peso nei futuri rapporti.
M.
