‘L’ITALIA È UN PAESE DI MISCREDENTI NON ADATTO PER LA MIA FAMIGLIA’, PER MOTIVI DI SICUREZZA UN 44ENNE RADICALIZZATO ESPULSO CON UN VOLO DIRETTO IN MAROCCO

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    Era sotto la lente della Digos di Vercelli da diversi mesi il 44enne marocchino, residente a Santhià (Vc), che aveva sposato una cittadina italiana poi convertita all’islam. Ad insospettire gli inquirenti, già nel 2012, l’aver rifiutato di prestare giuramento per ottenere la cittadinanza italiana, confidando ad alcuni connazionali che l’accettazione dello status avrebbe offeso la sua religione e che l’osservanza della Costituzione avrebbe violato i dettami shariatici. L’uomo era stato poi segnalato per aver intrapreso un percorso di radicalizzazione, situazione che lo aveva poi portato a dichiarare in più occasioni – anche pubblicamente – che “l’Italia è un Paese di miscredenti”, e dunque non idoneo per la permanenza della sua famiglia. Le approfondite indagini investigative hanno poi trovato ragion d’essere anche grazie alla collaborazione di alcuni elementi della comunità islamica vercellese, dove in passato ha svolto funzioni di imam. Ed oggi, a seguito di un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, il marocchino è stato rintracciato a Torino ed espulso per motivi di sicurezza, con un volo diretto in Marocco. Diffondendo la notizia, il Viminale ha tenuto a ricordare che “con questo rimpatrio, il 26° del 2017, salgono a 158 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso, espulsi con accompagnamento alla frontiera dal gennaio 2015 ad oggi”.

    M.