‘LO SOSTENGO DA GIUGNO: NON È ADATTO A FARE IL PRESIDENTE’, ‘TI MANDEREI IN CARCERE’. NON DELUDE IL FACCIA A FACCIA IN DIRETTA TV FRA TRUMP ED HILLARY, RISULTATA VINCENTE

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    Non ha disatteso le regole del ‘migliore show’, il secondo dei tre faccia a faccia in diretta tv dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Uno scontro che prometteva scintille sin dall’inizio, con Hillary e Trump che non si sono nemmeno stretti la mano. Ovviamente, a dominare lo scontro, l’ormai pluri-condannata (persino dal suo stesso partito) registrazione del 2005, nella quale Donald Trump esprime concetti davvero poco eleganti nei confronti delle donne. “Confronto a Bill Clinton, le mie sono state parole, le sue azioni”, aveva dichiarato il candidato repubblicano nel corso dell’improvvisata conferenza stampa indetta poco prima della diretta. Accanto a lui 4 donne, presentate come vittime dei Clinton, tre delle quali avevano già accusato l’ex presidente e marito della candidata democratica di abusi sessuali. “Trump può aver detto cose sbagliate, ma Bill Clinton mi ha violentata e Hillary mi ha minacciato”, ha dichiarato, Juanita Broaddrick, che ha accusato Bill Clinton di abusi nel 1978. “Sono molto imbarazzato da questo video – ha dovuto ammettere poi Trump nel corso del dibattito – non mi piace niente, ma sono commenti da spogliatoio. Io sconfiggerò l’Is, sconfiggeremo l’Is… dovremmo parlare di cose più importanti”, cercando di accostare il suo proverbiale maschilismo a concetti bellici più che al gossip. Il moderatore gli ha dato così occasione di rimediare domandandogli pubblicamente se avesse nella realtà fatto ciò che descrive nelle battute oramai celebri, e lui ha risposto “no”. Sul ‘banco delle accuse’ nei confronti del tycoon newyorchese anche le faccende fiscali. Quindi è stata la volta dei commenti espressi in merito dalla Clinton: “Quello che abbiamo visto e ascoltato venerdì è stato Donald che parlava delle donne, cosa pensa delle donne, quello che fa alle donne. Dice che quel video non lo rappresenta. Ma penso che sia chiaro a tutti coloro che lo hanno ascoltato che rappresenta esattamente il suo modo di essere. Io ero in disaccordo con i precedenti candidati repubblicani sulla politica, le politiche, i principi, ma non ho mai messo in discussione il loro essere in grado di governare. Donald Trump è diverso – ha aggiunto la candidata democratica – Ho detto sin da giugno che non è in grado di essere presidente e comandante in capo e molti repubblicani e indipendenti hanno detto la stessa cosa”, ha poi aggiunto accostando a Trump anche recenti dichiarazioni “oscure e molto divisive sui musulmani”. Trump per tutto risposta, accusandola di aver distrutto molte vite con i suoi sistemi e le sue “menzogne”, ha promesso che se eletto presidente non esiterebbe a “mandare in galera” Hillary. E via con i battibecchi, puntualizzati però dall’apparente glacialità e convinzione, rispetto all’esuberante focosità del magnate: “Trump deve assumersi la responsabilità per le sue azioni e le sue parole”, ha affermato Hillary, e lui, riferendosi all’uso del server privato per le mail quando la candidata democratica era segretario di stato dal 2009 al 2013: “Mi spiace dirlo, ma se vinco darò istruzioni al mio ’attorney general’ di nominare un procuratore speciale per fare luce sulla questione delle mail perché non ci sono state così tante bugie”. “Tutto quello che ha appena detto è assolutamente falso”, ha risposto Clinton sottolineando come “elemento positivo il fatto che una persona con il carattere di Trump non sia responsabile della legge nel nostro Paese”. “Perché in tal caso saresti in carcere”, la risposta del rivale. “Negli Stati Uniti non minacciamo di incarcerare oppositori politici”, il commento a caldo dell’ex Attorney general Eric Holder. Ma l’impatto sugli elettori americani non ha tradito il trend dei sondaggi, che continuano a dare la Clinton avanti: da un sondaggio della Abc, emerge infatti che per il 43% degli intervistati Trump debba ritirarsi dalla competizione elettorale, mentre il 57% ritiene che debba continuare.

    M.

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