‘QUELLA CONTRO IL TERRORISMO NON È UNA GUERRA CONTRO L’ISLAM’, TRUMP IN VISITA A RIAD ‘SCALZA’ LE POSIZIONI DI OBAMA E RINSALDA AMICIZIE. LONTANO DAL RUSSIAGATE POI DANZA

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    E’ vero che spesso ‘cambiare aria’ allenta la tensione, regalando anche sprazzi di buon umore, Ne sa qualcosa Donald Trump che, dopo settimane di ‘scandali’ e polemiche relative al ‘Russia gate’, sembra aver ritrovato il sorriso dei bei tempi giungendo a Riad. Una visita che serve in parte anche a ristabilire gli equilibri e a risaldare i rapporti fra Riad e Washington, che negli anni dell’amministrazione Obama, hanno subito una forte frattura. Oggi sul piatto di questa ‘ritrovata amicizia’ pesa il via libera all’enorme commessa militare, di quasi 110 miliardi di dollari, giunto dalla Casa Bianca. E Trump, affiancato dalla splendida Melania (senza il velo), sembra essersi trovato a suo agio negli sfarzosi banchetti e ricevimenti organizzati in suo onore. Tanto è che il Tycoon ha voluto anche partecipare alla tradizionale danza delle spade saudita, seguito dal segretario di Stato, Rex Tillerson, e quello al Commercio, Wilbur Ross, che danzano imbracciando una spada. Ma a catalizzare gli interessi di questa visita è cosa e come Trump si rivolgerà nei confronti degli illustri ‘partner’. A tal proposito lo staff della Casa Bianca ha anticipato alcuni passaggi del discorso che il numero uno degli Stati Uniti pronuncerà al Summit arabo islamico americano in corso a Riad. Il presidente spiegherà che i Paesi arabi e a maggioranza musulmana devono “confrontarsi in modo onesto con la crisi che l’estremismo islamico e i gruppi terroristici islamici provoca. Questo significa ergersi insieme contro l’assassinio di musulmani innocenti, l’oppressione delle donne, la persecuzione degli ebrei ed il massacro dei cristiani”. Sempre rivolgendosi alla guerra all’estremismo, Trump preciserà che “non è una battaglia tra fedi diverse, tra diverse sette o diverse civiltà, ma è una battaglia tra il bene il male”, perché la lotta al terrorismo è “una battaglia tra criminali barbari che vogliono cancellare la vita umana e persone decenti di tutte le religioni che vogliono proteggerla. Non siamo qui per farvi una lezione, per dire agli altri popoli come vivere, quello che devono fare, essere o come devono pregare. Ma siamo qui per offrirvi un’alleanza, basata su valori ed interessi comuni per ottenere un futuro migliore per tutti noi”. Trump non mancherà ovviamente di sottolineare anche l’alleanza offerta ai Paesi arabi, ispirata “ad un realismo guidato da principi, e fondata su valori comuni ed interessi condivisi. I nostri amici non dubiteranno mai del nostro sostegno ed i nostri nemici della nostra determinazione, la nostra alleanza rafforzerà la sicurezza attraverso la stabilità noi prederemo le decisioni sulla base dei risultati del mondo reale, non un’ideologia inflessibile. E saremo guidati dalle lezioni dell’esperienza, e non dai limiti di un pensiero rigido. E dove sarà possibile noi cercheremo riforme graduali e non interventi improvvisi”. Passaggi di un discorso che qualcuno ha voluto interpretare come una critica sia all’esportazione della democrazia di George Bush che al sostegno dato da Barack Obama alle primavere arabe. “L’America è pronta a stare al vostro fianco, ma le nazioni del Medio Oriente non possono aspettare la forza americana per schiacciare questo loro nemico. Le nazioni del Medio Oriente devono decidere quale tipo di futuro vogliono per loro, per i loro Paesi, per i loro figli”, si legge ancora nelle anticipazioni del discorso incentrato sul lancio di una nuova alleanza nella lotta al terrorismo. L’anticipazione di questi passaggi arriva dopo che ieri il consigliere per la Sicurezza nazionale, il general H.R. McMaster, aveva detto che Trump avrebbe potuto non usare la formula “terrorismo radicale islamico” che il presidente ha da tempo adottato in opposizione alle formule usate dall’amministrazione Obama. E in effetti nelle anticipazioni del discorso, il presidente Usa utilizza l’aggettivo ’islamist’ e non ’islamic’, cioè islamista e non islamico, per indicare l’estremismo da contrastare, come stanno facendo notare i commentatori americani sottolineando che il primo termine è più politico ed ha meno connotazione religiosa. Insomma, sembrerebbe essere ‘scoppiata la pace’…

    M.