‘SE L’AUSTRIA NON RICOLLOCA CI SARANNO CONSEGUENZE, NESSUN PAESE PUÒ DECIDERE AUTONOMAMENTE’, AVVERTE LA PORTAVOCE DELLA COMMISSIONE PER LE POLITICHE MIGRATORIE

    6341commissioneeuropea.jpg (660×350)

    “Nessun Paese dell’Unione europea, naturalmente, può decidere di ritirarsi unilateralmente dalle decisioni del Consiglio; può decidere diagire al di fuori della legge, cosa che troveremmo profondamente spiacevole e non priva di conseguenze”. Dopo l’intenzione da parte dell’Austria di ‘tirarsi fuori’ dai ricollocamenti dei rifugiati da Italia e Grecia (come precedentemente concordato col Consiglio Ue), oggi a Bruxelles, incontrando la stampa Natasha Bertaud – portavoce della Commissione europea per le politiche migratorie – ha commentato la spinosa situazione. “Da quello che capiamo – ha affermato la Bertaud – c’è un dibattito in Austria in cui la Commissione non è coinvolta. Nel frattempo la nostra posizione sugli obblighi degli Stati membri di rispettare i loro impegni sui ricollocamenti è chiara: la politica europea sulle migrazioni si fonda sulla solidarietà e i ricollocamenti ne sono un elemento assolutamente essenziale. E’ vero – prosegue la portavoce – che l’Austria aveva già accolto un numero molto grande di rifugiati negli anni precedenti e che in ragione di questo l’Austria aveva beneficiato di un’esenzione temporanea dalle decisioni sui ricollocamenti. L’esenzione è scaduta, cosa che significa che ci aspettiamo che l’Austria rispetti il suo obbligo, a norma delle decisioni del Consiglio, di iniziare con i ricollocamenti”. 

    M.