‘SIAMO PRONTI A PRODURRE IN AFRICA, ASIA E ITALIA’: DESCALZI, CEO DI ENI, ANNUNCIA INVESTIMENTI NELLE ENERGIE RINNOVABILI ATTRAVERSO I PANNELLI FOTOVOLTAICI

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    Un piano ambizioso quello dell’Eni in merito alle energie rinnovabili, che si appresta  a produrre 420 megawatt dai pannelli solari tra Italia, Asia ed Africa. Un progetto che porterà il colosso italiano al vertice dei produttori del fotovoltaico nel Pese e in Europa. “Eni non intende snaturare il core business di petrolio e gas, ma prendere spunto da esso per ribadire un impegno preciso sul fronte del climate change e delle energie rinnovabili, il terzo anello della nostra strategia ambientale di lungo termine”, ha spiegato al Corsera il ceo Claudio Descalzi.  “Come prima cosa abbiamo progressivamente ridotto la nostra ’impronta carbonica’ tagliando in 5 anni le emissioni di Co2 del 28% – illustra Descalzi – Poi abbiamo spinto sull’uso del gas come combustibile di transizione, alternativo al carbone. Ora vogliamo promuovere le energie rinnovabili sfruttando le nostre potenzialità in giro per il mondo: il posizionamento geografico, i contratti, i terreni, le infrastrutture, l’accesso alle reti”. Al momento l’azienda del ‘cane a sei zampe’ ha individuato come location ideale Africa ed Asia dove, dice il ceo “c’è sicuramente più sole che gas e petrolio”, Ma non si escludono ‘opzioni interne’, come aree italiane dismesse, dove l’Eni ha concluso costose operazioni di bonifica. Tornado all’Africa e all’Asia “partiremo entro fine anno per essere operativi entro fine 2017 – anticipa Descalzi, indicando in prospettiva i Paesi dove Eni ha una base upstream – Parliamo di Egitto, dove prevediamo fino a 150 megawatt, e di Pakistan, con altri 50 megawatt, ma in particolare quelli nordafricani come Libia, Algeria, Tunisia, e poi Nigeria e Indonesia”. Quanto poi all’Italia: “lavorando su Asia e Africa con la nuova direzione Energy solutions ci siamo accorti di avere un grosso atout sul territorio nazionale. Nella Syndial ci sono 4 mila ettari di terreni, per lo più bonificati, che sono già recintati, sono vicini ai nostri impianti e alla rete. Insomma, si tratterebbe solo di posare i pannelli solari. Da questo patrimonio abbiamo selezionato 400 ettari in sei Regioni: Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Liguria e Basilicata. Partiamo prima con cinque progetti, poi con altri nove per un totale di 220 megawatt. Potremmo diventare il terzo produttore elettrico fotovoltaico e tra i primi dieci in Europa”. Nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ceo del gruppo petrolifero fa poi ‘i conti’: “abbiamo fatto i nostri calcoli senza considerare sussidi, che ormai non sono più previsti dalla legislazione, e in Italia riteniamo di poter lavorare con un ritorno del 6-7%. L’investimento? Sempre in Italia partiamo con 200-250 milioni di euro”, Si profila l’ipotesi di fare concorrenza all’Enel? “Non vogliamo creare un Enel due, petrolio e gas restano la nostra attività principale – ribadisce il ceo di Eni – Solo valorizzeremo i nostri assets, produrremo energia per i nostri siti e poi venderemo anche sul mercato, perché no? L’Eni ha un milione e mezzo di clienti nel settore elettrico, che arrivano a otto milioni considerando anche il gas. Insomma, l’impegno nelle rinnovabili può essere considerato una sorta di startup, e in futuro non escludo che potremo coinvolgere qualche investitore e magari arrivare ad un’Ipo”.

    M.