‘STIAMO VALUTANDO L’IPOTESI DI POTER IMPIEGARE FONDI DAL DECRETO SUL TERREMOTO’, LA RAGGI A PROPOSITO DEL CROLLO DELLA PALAZZINA DI VIA DELLA FARNESINA

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    “Occorre prendere atto dell’assenza di strumenti normativi che permettano di provvedere ulteriormente all’assistenza alloggiativa, tenendo conto che manca un riconoscimento ufficiale delle cause del disastro, non formalmente classificabile come disastro naturale”. Così, sul crollo della palazzina divia della Farnesina, avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 settembre. La Raggi ne ha parlato nel corso dell’odierno Consiglio comunale straordinario.  “Mancano inoltre le condizioni per accedere ai finanziamenti statali che sono disciplinati con decreto ministeriale del 22 luglio 2016 ’finanziamenti per demolizione e rimozione immobili in aree soggette’ – ha aggiunto la Raggi – ne deriva pertanto la necessità ditrovare un intervento normativoche potrebbe collocarsi nella conversione dei decreti legge relativi ai recenti eventi sismici che hanno colpito il centro Italia, Lazio, Marche e Abruzzo, rispetto a cui chiarirà meglio l’assessore Mazzillo. Le attuali disposizioni normative prevedonointerventi a favore dei residenti nei comuniin cui si sono determinati danni diffusi e in cui potrebbe comprendersi anche il territorio di Roma, qualora la città venisse inclusa nell’elenco redatto dal commissario straordinario per l’emergenza terremoto – ha concluso Raggi – L’amministrazione sta già interessando le competenti autorità di governo”. Nel corso della seduta in Aula Giulio Cesare, c’è stata anche la protesta di un gruppo di abitanti della palazzina e di altri stabili circostanti. Come ha spiegato ai cronisti  Riccardo Giovannini, abitante di uno stabile attiguo a quello crollato e “ancora inaccessibile. Stiamo lavorando da soli con la magistratura – ha aggiunto – Mentre il Comune se ne lava le mani, si sta disinteressando della questione. Noi vogliamo solo che sia applicata la legge italiana che prevede in casi come questo l’intervento della pubblica autorità. Mentre al momento tutto è a carico degli abitanti, compresa la demolizione. Quell’area è sotto sequestro in questo momento – ha spiegato l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo – e l’amministrazione soggiace alle decisioni dell’autorità giudiziaria. Dobbiamo rispettare quello che la Procura della Repubblica ci dice e l’ordinanza della sindaca si muove in quella direzione”. L’Assemblea Capitolina ha poiapprovato all’unanimitàcon 36 voti favorevoli un odg, sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, che prevede interventi a favore dei residenti sfollati. In particolare il documento impegna la sindaca Virginia Raggi e la Giunta ad “attivarsi per riunire il tavolo tecnico di concertazione già formato per fornire risposte concrete alle problematiche sociali e pratiche dei cittadini, prevedendo la presenza di un rappresentante dei cittadini e uno delle attività produttive”. Nell’odg si chiede inoltre di “valutare tutte le procedure possibili affinché i costi di demolizione e ricostruzione non gravino solo sui proprietari” e di “individuare tutte le soluzioni per andare incontro alle esigenze di sostegno economico nei confronti degli inquilini, già duramente provati”, considerando anche situazioni di “credito agevolato” e “aggiornando l’ordinanza 86/2016 del 25 ottobre”. Il documento impegna poi sindaco e giunta a “garantire un forte controllo pubblico dell’intervento di demolizione e ricostruzione con il Comune responsabile del controllo primario delle attività e dell’individuazione degli alloggi temporanei”, ad “avviare, anche a fronte delle risultanze delle indagini della Procura, una campagna di indagini geognostiche per valutare la situazione di sicurezza del territorio e mappare altri eventuali rischi”. L’odg, impegna inoltre a “intervenire per la riapertura parziale di via della Farnesina per rendere nuovamente operativo il comparto produttivo in vista delle festività natalizie” e ad “assistere gli interessati negli adempimenti necessari per usufruire della legge regionale e della delibera comunale che permettono di ampliare fino al 60% la cubatura delle proprie proprietà garantendo una riqualificazione dell’area all’insegna della bioedilizia e della sostenibilità ambientale per consentire ai cittadini di ammortizzare i costi dell’intervento di demolizione e ricostruzione attraverso un incremento del valore dell’immobile“.