8 MARZO: NEGLI ULTIMI 5 ANNI PIÙ DI 20MILA VIOLENZE SESSUALI A DANNO DELLE DONNE. 6 MILIONI DI ITALIANI VOGLIONO LA CASTRAZIONE CHIMICA

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    8 marzo, un giorno di mimose e festeggiamenti, un giorno per celebrare le conquiste sociali e politiche. Un 8 marzo in cui, più di ogni altra cosa, ricordare le violenze di cui le donne sono state e sono oggetto in ogni parte del mondo. Pur se in un panorama caratterizzato da maggior attenzione e sensibilizzazione, nonché di impegno profuso da istituzioni e forze dell’ordine, a tenere banco è ancora la questione della violenza, in particolare quella sessuale. L’indagine “La mimosa deturpata. Mappa delle violenze sessuali nelle regioni italiane”, realizzata dall’Istituto Demoskopika, mette in luce uno scenario italiano da brividi, ma anche, finalmente, una risposta forte e decisa da parte dei cittadini del bel paese.

     

    L’indagine ha preso in riferimento il periodo che va dal 2010 al 2014, 5 anni in cui si sono registrati ben 22.864 casi di violenza sessuale. Pur se in calo, si mostra infatti una flessione dell’11,5% di cui il 5,1% solo negli ultimi due anni, restano comunque numeri spaventosi, soprattutto se si considera che al giorno sono 15 i casi che vengono registrati. Tra le vittime, predominano le donne di nazionalità italiana con il 68%, seguono le romene con il 9,3%, le marocchine con il 2,7% e le albanesi con lo 0,5%. Ancora più preoccupante il fatto che tra le quasi 23mila donne, addirittura 5.722 sono minorenni. Una ogni 4 episodi.

     

    Storie, troppe, di vittime e di vite distrutte, ma anche storie di carnefici che sempre più, grazie all’importante attività svolta dalle forze dell’ordine, vengono individuati e consegnati alla giustizia. Stando ai dati rilasciati dal ministero dell’Interno, sono ben 22.108 i presunti autori di violenze sessuali scovati, in media più di 4mila ogni anno. Tra gli individui denunciati e arrestati, il 61% sono cittadini italiani, l’8,6% romeni, il 6% marocchini, l’1,9% albanesi e l’1,3% tunisini.

     

    Nel dettaglio, la ricerca prodotta da Demoskopika ha analizzato come si mostra la situazione nelle diverse regioni italiane. Mentre la media nazionale è di 64 casi ogni 100mila donne, la regione con il numero più alto di violenze sessuali è il Trentino Alto Adige dove si sono registrati 88 episodi. Seguono l’Emilia Romagna con 79, la Toscana con 78, la Liguria con 75, il Piemonte con 72, la Lombardia con 68, la Valle d’Aosta con 67 e l’Abruzzo con 66. Il Lazio e l’Umbria, entrambe con 64 casi, sono in linea con la media italiana. Al di sotto, invece, si trovano Friuli Venezia Giulia e Sardegna (60), Veneto (59), Basilicata (58), Calabria (57), Sicilia (56), Puglia (53), Marche (52), Molise (48) e Campania (47). In dati assoluti, i valori indicano come regione più “violenta” la Lombardia con un totale di 2.935 episodi di violenza (il 17,5% del dato complessivo nazionale), seguita da Lazio (1.640) e Emilia Romagna (1.530). A chiudere la lista, il Molise con 66 casi e la Valle d’Aosta con 37, rispettivamente lo 0,4% e lo 0,2% del totale.

     

    L’indagine ha analizzato, inoltre, l’opinione della popolazione italiana nei confronti del fenomeno e gli interventi che più di altri si vorrebbe venissero presi. Quella che prevale è una linea estremamente dura. Il 12% degli intervistati, ben 6 milioni di italiani, vorrebbe l’introduzione della castrazione chimica quale misura da prendere nei confronti di coloro che si macchiano di reati a sfondo sessuale. Altre misure sperate riguardano l’inasprimento delle pene, l’istituzione di un corpo di polizia esclusivamente predisposto a garantire la sicurezza delle donne, maggiori misure di protezione per coloro che denunciano i loro aguzzini, la creazione di centri antiviolenza con il sostegno dello Stato, campagne di sensibilizzazione, ma anche un aiuto alle donne per far sì che queste non si sentano in colpa. Non sembra riscuotere particolare successo, invece, la riabilitazione di chi commette questi tipi di reati. Una misura che ha raccolto il favore solo del 3,6% degli intervistati.

     

    Un sentimento, questo, che coinvolge tanto le donne quanto gli uomini. Entrambi pronti a contrastare con ogni risorsa disponibile una delle piaghe peggiori della nostra società moderna.

     

    Luca Crosti