Home POLITICA ESTERI Israele, Bennett apre a Lapid: Netanyahu ha le ore contate

Israele, Bennett apre a Lapid: Netanyahu ha le ore contate

"Intendo agire con tutte le mie forze per formare un governo con Lapid", ha annunciato il leader di Yamina. La replica del premier in carica: "Truffa del secolo"

Naftali Bennett formerà “un governo di unità nazionale con Lapid per far uscire Israele dalla voragine”. Così il leader della destra nazionalista, Yamina, dopo quattro elezioni in due anni, ha annunciato la volontà di allearsi con i centristi di Yesh Atid per spodestare Benjamin Netanyahu, premier da 12 anni. “Bennett vi imbroglia –  ha commentato il primo ministro – questa è la truffa del secolo“. Bennett “aveva detto in campagna elettorale che non avrebbe appoggiato Lapid – ha proseguito Netanyahu – di essere un uomo di destra, attaccato ai suoi valori”. L’unica cosa che gli interessa è fare il premier”, ha aggiunto.

“Intendo agire con tutte le mie forze per formare un governo con Lapid”, ha detto  Bennett, 49 anni, leader de La Casa Ebraica, ex ministro della Difesa. “Con Lapid ci sono diversità – ha sottolineato – ma siamo intenzionati a trovare unità”. Alle ultime elezioni la sua alleanza Yamina ha conquistato 7 seggi alla Knesset, il Parlamento locale. Yair Lapid, 57 anni, ex giornalista e leader del partito Yesh Atid, si è detto fiducioso sulla formazione del nuovo governo “anche se ci sono ancora molti ostacoli”.

“Se questo governo sarà formato la parola chiave sarà responsabilità“, ha detto Lapid rivolgendosi ai partiti della possibile futura maggioranza. “Netanyahu è pericoloso e pazzo – ha chiosato – Se volete capire perché dobbiamo cambiare la leadership in Israele, ascoltate il discorso di ieri sera del premier”.

L’accordo prevede che il leader di Yamina assuma la carica di primo ministro per i primi due anni, Lapid per i successivi due. Nel frattempo a Lapid spetterebbe la carica di vicepremier e ministro degli Esteri. I due hanno tempo fino a mercoledì per formare un governo. L’obiettivo è mettere la parola fine a uno stallo politico che dura da più di due anni. L’intesa però, per essere formalizzata dal Parlamento, necessita di una coalizione più ampia (finora hanno 58 seggi su 61 necessari per formare un esecutivo). Si presume che a breve possa aggiungersi l’appoggio di Raam (quattro seggi) e Lista araba unita (6 seggi). In questo modo l’alleanza avrebbe i numeri per governare (68 seggi su 120), ma resterebbe disomogenea al suo interno e dunque piuttosto debole.