Home POLITICA Salvini: “Con Draghi rapporto diretto, stiamo lavorando alle pensioni”

Salvini: “Con Draghi rapporto diretto, stiamo lavorando alle pensioni”

L’ultimo incontro tra le parti c’è stato ieri. Mario Draghi ha ricevuto Matteo Salvini a pochi giorni dal Consiglio dei ministri che approverà la prossima Legge di bilancio. Il leader leghista ha chiesto un incontro per parlare delle pensioni. E’ uno dei temi caldi degli ultimi giorni. Il governo ha accantonato l’ipotesi di riproporre Quota 100, la misura introdotta dal governo gialloverde Lega-M5s.

Il leader leghista ha voluto un confronto col premier per capire in quale direzione andare. L’accordo è stato trovato con un abbandono graduale di Quota 100, con l’inserimento di Quota 102 e Quota 104 nei prossimi due anni. Un compromesso ritenuto accettabile da Salvini, che in audizione alla Camera ha detto: “Sono contento del rapporto diretto e stretto con Draghi, a differenza di altri. E conto che otterremo un buon risultato”.

Sulle pensioni il leader leghista afferma: “Sul tavolo di Draghi stiamo presentando proposte ragionevoli e sostenibili – dice Salvini – Contiamo di trovare una soluzione nell’interesse di milioni di lavoratori. In Draghi ho trovato ascolto, interesse. Ci stiamo confrontando anche in questi minuti col ministero”.

Per Salvini occorre rimodulare gli investimenti sul Reddito di cittadinanza: “Sicuramente 9 miliardi di euro non sono un volano per far ripartire il Paese. Per questo ho chiesto a Draghi maggiori controlli, veri, e a monte, non a valle, quindi prima e non dopo, perché ci sono troppi furbetti del reddito. Ho anche chiesto una decurtazione di questi soldi per chi rinuncia anche a una sola offerta di lavoro’. ‘L’idea è garantire un sussidio a chi non può lavorare andando progressivamente a eliminarlo per chi non vuole lavorare”.

Continua Salvini: “Stiamo lavorando sul tema delle tasse perché 8 miliardi di taglio delle imposte vanno usati bene. Stiamo lavorando sul fronte flat tax, autonomi e partite Iva e stiamo provando a convincere gli alleati di governo che il 30 novembre non può essere un giorno infernale perché si accumulano scadenze”.