A Salisburgo vertice tra i leader europei, Conte contesterà i no dell’Ue

    L’Austria ospita il vertice tra i leader europei con il summit informale nella città di Salisburgo. Ma l’Italia, rappresentata dal premier Giuseppe Conte, rimane ancora l’imputata numero uno per via delle politiche migratorie. Politiche che negli ultimi tre mesi hanno fatto alzare la voce al Belpaese, che ha chiesto maggiore collaborazione ai leader europei, ma senza risultati concreti. I capi di Stato e di governo dell’Unione ceneranno questa sera ospiti del Cancelliere Sebastian Kurz. Nella lettera di invito ai leader il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, è stato chiarissimo: «Se alcuni vogliono risolvere i problemi mentre altri vogliono usarli, la crisi rimarrà irrisolvibile». Evidente il riferimento ai vicepremier Salvini e Di Maio – ormai stabilmente collocati dai partner nel campo dei Visegrad (il gruppo di Paesi dell’Est dell’Unione) – sottoscritta dietro le quinte da tutti i grandi governi dell’Europa occidentale. ?Quel che è certo è che a Salisburgo sicuramente non sarà raggiunta una soluzione concreta per flussi e sbarchi ma piuttosto una discussione, probabilmente accesa ed interlocutoria, per cercare di instradare il lavoro in vista del vertice formale in calendario a Bruxelles a fine ottobre. Di certo l’Italia – criticata anche per non aver portato proposte scritte o che guardassero a un possibile compromesso – non otterrà la modifica delle regole della missione navale Sophia, i pattugliamenti Ue nel Mediterraneo: Roma chiede che i vascelli a dodici stelle sbarchino i naufraghi in tutti i paesi rivieraschi, ma per tutta l’estate i partner non hanno ceduto alle minacce di Salvini, che si era detto pronto a boicottare la missione con parole scariche visto che è a comando italiano e permette al governo di controllare il Canale di Sicilia. Nessun passo avanti nemmeno sulla riforma di Dublino, la riscrittura delle regole – bloccata dagli amici di Salvini, Orbàn in testa – che permetterebbe una redistribuzione obbligatoria dei migranti tra i Ventisette.? ?Sul tavolo gli europei, guidati da Francia e Germania con l’appoggio del Benelux e degli iberici, porteranno l’unico schema considerato politicamente realizzabile visti i veti dei leader di Visegrad, gli stessi con i quali Salvini si prepara a costruire l’Internazionale populista in vista delle europee. Roma vuole che le navi sbarchino ovunque in Europa o che, anche se dovessero continuare ad approdare in Italia, i migranti vengano smistati immediatamente tra tutti i partner Ue senza distinguere tra richiedenti asilo (la minoranza) ed economici, come invece prevede l’attuale regolamento di Dublino. Conte a giugno aveva propagandato l’idea che i leader Ue avessero accettato questa soluzione, ma il tempo lo ha palesemente smentito tanto che nei mesi successivi il governo ha perso settimane a piazzare qualche manciata di migranti ogni volta che una nave arrivava nei nostri porti (come con la Diciotti). Il fatto è che per quanto l’Italia abbia ragione a chiedere più solidarietà,  nessun leader  in Europa vuole cedere ai metodi politicamente intimidatori e sul campo al limite dei diritti umani imboccati dall’Italia gialloverde.? ?Così Merkel, Macron, Sanchez, Costa insieme ai colleghi del Benelux e Irlanda – appoggiati dalle istituzioni Ue – proporranno un sistema strutturato per evitare nuovi casi Diciotti, ma molto lontano dalle richieste di Palazzo Chigi. I barconi continueranno a sbarcare in Italia, che peraltro si dovrebbe dotare di centri chiusi dove ospitarli in modo da evitare la classica fuga nel Nord Europa (Roma li aprirebbe solo se lo facessero anche Madrid e Parigi, dunque siamo allo stallo). A quel punto i richiedenti asilo verrebbero smistati tra una decina, massimo una dozzina, di paesi che formerebbero il gruppo dell’Europa solidale: praticamente tutti esclusi quelli dell’Est, il Regno Unito, l’Austria governata dalla destra e qualche altra eccezione. La redistribuzione avverrebbe sotto la regia di Bruxelles e non con un sistema improvvisato come avvenuto dall’Aquarius in poi. I migranti economici invece resterebbero in Italia per venire rimpatriati. L’Europa offre anche passi avanti proprio sull’accelerazione dei rimpatri, accordi con i paesi di transito, soldi e personale per aiutare le autorità italiane a gestire la situazione. Peccato che a Roma, come a Budapest o Varsavia, non sta bene l’idea di poliziotti europei oltre a dare una mano vigilino anche sul territorio il rispetto delle regole e dei diritti umani. Insomma, quella di stasera probabilmente non sarà una cena tranquilla.