AFFERMANDO CHE ‘NON DIMENTICHEREMO MAI LA LEZIONE DELL’11 SETTEMBRE’, TRUMP ANNUNCIA LO STOP ALL’IMMIGRAZIONE PER 4 MESI AI PROFUGHI PROVENIENTI DA 7 PAESI ISLAMICI

    1453898576-trump-arrabbiato.jpg (665×221)

    Detto  fatto. Dopo aver delucidato abbastanza chiaramente quale sarà la sua ‘politica’ nei confronti del Messico, ora Donald Trump si ‘concentra’ anche sull’immigrazione. Ed oggi il presidente ha annunciato la firma di un ordine esecutivo in materia di immigrazione in seguito al quale verranno rafforzati i controlli alle frontiere per contrastare eventuali “terroristi islamici radicali”. E dunque, in quest’ottica, per 4 mesi sarà sospeso per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen, l’ingresso negli Stati Uniti.  “Vogliamo essere sicuri di non avere nel nostro Paese le stesse minacce che hanno i nostri soldati all’estero”, ha ribadito il presidente intervenendo ieri al Pentagono per la cerimonia di investitura dell’ex generale James Mattis a segretario alla Difesa. “Non dimenticheremo mai la lezione dell’11 settembre”, ha aggiunto Trump, spiegando che “fino ad ulteriore determinazione” viene quindi sospeso l’ingresso dei rifugiati provenienti dalla Siria, in quanto “L’ingresso di cittadini e rifugiati siriani” è “dannoso per gli interessi del Paese”. Nello sforzo di impedire l’ingresso negli States ai “terroristi islamici radicali”, Trump ha annunciato che saranno “rafforzate le forze armate degli Stati Uniti con nuovi aerei, nuove navi, nuove risorse e nuovi strumenti per i nostri uomini e donne in uniforme. Mentre prepariamo il budget per la difesa da presentare al Congresso – che ne sarà felice – la nostra forza militare non sarà messa in discussione da nessuno così come la nostra dedizione per la pace. Vogliamo la pace”. L’ordine esecutivo in materia di immigrazione prevede inoltre anche la sospensione per quattro mesi del programma di ammissione dei rifugiati, e l’ingresso, fino a ulteriore comunicazione, di quelli siriani. Trump ha quindi incaricato il Segretario di Stato, durante i 120 giorni di sospensione, di rivedere il programma dei rifugiati, al fine di essere sicuri che le persone alle quali viene concesso lo status di rifugiato “non rappresentino una minaccia per la sicurezza e il benessere degli Stati Uniti”.