ALFANO CONTRO I NUOVI DIFENSORI DELLA PRIVACY di Chiara Cristofari

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    A  Mattino 5 intervistato in riferimento alle polemiche sull’emendamento, poi ritirato, al decreto antiterrorismo, il ministro dell’ Interno Angelino Alfano ha dichiarato: “Noi consideriamo la privacy un diritto fondamentale, ma mi fa ridere che chi ha sempre detto di no alla difesa della privacy ed è stato favorevole alle intercettazioni a go-go, gossippare e irrilevanti, oggi che c’è da combattere il terrorismo si svegliano difensori della privacy”.  E continua: “La norma proposta nell’emendamento prevedeva le intercettazioni sempre sotto l’autorizzazione della magistratura e per un determinato tipo di reati e noi siamo disponibili a restringere il campo solo alle fattispecie terroristiche” sottolineando che “la sfida contro il terrorismo non ammette vantaggi per i terroristi. Si decidano i tutori della privacy se loro ritengono che per contrastare un reato che ha cinque anni di pena va bene origliare e pubblicare tutto sui giornali, mentre sono contrari a far visionare le e-mail di chi è a rischio terrorismo”. Ribadendo l’intenzione di intervenire sulla normativa delle intercettazioni: “ Noi siamo contrari all’idea che ciò che non è rilevante per l’inchiesta debba finire sui giornali quando riguarda non indagati. Quello di Lupi è solo l’ultimo caso. Tantissime persone sono state rovinate dal punto di vista dell’immagine su questioni che riguardavano la loro vita privata.Il problema è la separazione tra alcuni pm e alcuni giornalisti. Quanti processi sono stati fatti e quante condanne per divulgazione del segreto istruttorio? Un’idea potrebbe essere quella di un’udienza filtro, in cui si decide di togliere le intercettazioni irrilevanti”. Multare chi pubblica le intercettazioni irrilevanti dice Alfano: “ Occorre intercettare per scoprire il reato non il peccato e la nostra idea é di sanzionare molto severamente chi pubblica intercettazioni irrilevanti per l’inchiesta, con multe che disincentivino questo costume”.